A Venezia tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento si concretizza una sostanziale mutazione nei modi di conoscenza, controllo, gestione e intervento sullo spazio urbano e ambientale configuratosi nel corso dei secoli precedenti. Il processo comportò la revisione delle competenze, delle giurisdizioni e dell’organizzazione amministrativa di alcune magistrature di antica origine, ma anche la costituzione di appropriati organismi istituzionali atti al controllo della realtà urbana e territoriale. Fra le magistrature di antica origine rinnovate e dotate di nuovi poteri d’intervento sul tessuto cittadino vi furono i Provveditori di Comun. Così, sin dalla fine del Quattrocento grazie a successive attribuzioni di competenze decise dal Senato, questo ufficio detenne la custodia contro gli appropriamenti indebiti e la manutenzione delle strade; tutelava e curava i lavori di rifacimento delle fondamenta e dei ponti; organizzava la nettezza urbana, l’asporto delle nevi e la prevenzione degli interramenti dei rii interni. In definitiva, com’è stato osservato, nel giro di pochi anni i Provveditori di Comun «divennero gli agenti principali della politica urbanistica» della città . La comunicazione prende le mosse dai dati raccolti nell’ambito di una ricerca, ancora in corso, condotta sulla documentazione archivistica della magistratura e conservata presso l’Archivio di Stato di Venezia. Intende mostrare, sinteticamente, le modalità di funzionamento di quel complesso, minuto e frammentato procedere della mutazione e configurazione dell’ambiente urbano di Venezia, laddove volontà singole incontrano - o si scontrano - con ragioni collettive che tendono a considerare lo stato di fatto come un bene comune da tutelare.
«Far La città» . Il ruolo dei Provveditori di Comun nell'evoluzione dell'ambiente urbano di Venezia. Strade, ponti, pozzi, case.
ZAGGIA, STEFANO
2004
Abstract
A Venezia tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento si concretizza una sostanziale mutazione nei modi di conoscenza, controllo, gestione e intervento sullo spazio urbano e ambientale configuratosi nel corso dei secoli precedenti. Il processo comportò la revisione delle competenze, delle giurisdizioni e dell’organizzazione amministrativa di alcune magistrature di antica origine, ma anche la costituzione di appropriati organismi istituzionali atti al controllo della realtà urbana e territoriale. Fra le magistrature di antica origine rinnovate e dotate di nuovi poteri d’intervento sul tessuto cittadino vi furono i Provveditori di Comun. Così, sin dalla fine del Quattrocento grazie a successive attribuzioni di competenze decise dal Senato, questo ufficio detenne la custodia contro gli appropriamenti indebiti e la manutenzione delle strade; tutelava e curava i lavori di rifacimento delle fondamenta e dei ponti; organizzava la nettezza urbana, l’asporto delle nevi e la prevenzione degli interramenti dei rii interni. In definitiva, com’è stato osservato, nel giro di pochi anni i Provveditori di Comun «divennero gli agenti principali della politica urbanistica» della città . La comunicazione prende le mosse dai dati raccolti nell’ambito di una ricerca, ancora in corso, condotta sulla documentazione archivistica della magistratura e conservata presso l’Archivio di Stato di Venezia. Intende mostrare, sinteticamente, le modalità di funzionamento di quel complesso, minuto e frammentato procedere della mutazione e configurazione dell’ambiente urbano di Venezia, laddove volontà singole incontrano - o si scontrano - con ragioni collettive che tendono a considerare lo stato di fatto come un bene comune da tutelare.Pubblicazioni consigliate
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