Nel saggio si sostiene che è il successo dei tentativi di rimettere in discussione la gerarchia sociale nelle Americhe da parte degli schiavi coloniali e americani a produrre, come reazione, un discorso “scientificamente” razzista. Per quel che riguarda la trattazione delle modalità di autoemancipazione degli schiavi, grazie a ricerche in vari archivi brasiliani, l’autore di questo saggio è riuscito a individuare un filone di studi che, tra anni Venti e Trenta, inizia a studiare episodi di resistenza della popolazione schiavizzata in Brasile. Si tratta di una serie di autori, alle volte minori, che non sono ancora stati messi in relazione in uno studio comparativo, e sui quali, anzi, anche singolarmente, o non esistono studi consistenti o non esistono studi affatto. Questi autori sono: Jayme de Altavilla, Alfredo Brandão, Mario Melo, Afonso de Taunay, Ernesto Ennes, Aderbal Jurema, Astrojildo Pereira, Sud Menucci, Osvaldo Orico, Edison Carneiro, Dunshee de Abranches, Astolfo Serra, Jorge Hurley, Arthur Ramos, Castan, Duque Estada, Evaristo de Moraes, Pedro Calmon. La produzione discorsiva di questi autori risente dell'impatto causato dalle prime forme di auto-organizzazione degli afrobrasiliani dell'epoca e dai loro discorsi sulla propria identità. Per l'assunzione implicita della debolezza della popolazione nera in Brasile, non si è pensato di fare ricerche in questa direzione. Questo insieme di opere e quel movimento di auto-emancipazione, forma il contesto nel quale si produce in Brasile il passaggio da una trattazione delle relazioni razziali in termini biologici a una in termini culturalistici e prende forma sia il mito della cosiddetta democracia racial brasiliana, sia una sua incipiente critica.

Le rivolte degli schiavi in Brasile nelle scienze sociali e nella letteratura brasiliane (1919-1940), “Razzismo & modernità”

ZANIN, VALTER
2001

Abstract

Nel saggio si sostiene che è il successo dei tentativi di rimettere in discussione la gerarchia sociale nelle Americhe da parte degli schiavi coloniali e americani a produrre, come reazione, un discorso “scientificamente” razzista. Per quel che riguarda la trattazione delle modalità di autoemancipazione degli schiavi, grazie a ricerche in vari archivi brasiliani, l’autore di questo saggio è riuscito a individuare un filone di studi che, tra anni Venti e Trenta, inizia a studiare episodi di resistenza della popolazione schiavizzata in Brasile. Si tratta di una serie di autori, alle volte minori, che non sono ancora stati messi in relazione in uno studio comparativo, e sui quali, anzi, anche singolarmente, o non esistono studi consistenti o non esistono studi affatto. Questi autori sono: Jayme de Altavilla, Alfredo Brandão, Mario Melo, Afonso de Taunay, Ernesto Ennes, Aderbal Jurema, Astrojildo Pereira, Sud Menucci, Osvaldo Orico, Edison Carneiro, Dunshee de Abranches, Astolfo Serra, Jorge Hurley, Arthur Ramos, Castan, Duque Estada, Evaristo de Moraes, Pedro Calmon. La produzione discorsiva di questi autori risente dell'impatto causato dalle prime forme di auto-organizzazione degli afrobrasiliani dell'epoca e dai loro discorsi sulla propria identità. Per l'assunzione implicita della debolezza della popolazione nera in Brasile, non si è pensato di fare ricerche in questa direzione. Questo insieme di opere e quel movimento di auto-emancipazione, forma il contesto nel quale si produce in Brasile il passaggio da una trattazione delle relazioni razziali in termini biologici a una in termini culturalistici e prende forma sia il mito della cosiddetta democracia racial brasiliana, sia una sua incipiente critica.
2001
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