L’ultimo decennio del Novecento si è caratterizzato per un intervento armato nell’Europa sud-orientale che per potenze statuali e organizzazioni internazionali interessate si è qualificato come il più vasto in Europa dopo la Seconda guerra mondiale. L’ampia e continua partecipazione ha conosciuto critiche sia a livello popolare, che si sono espresse in numerose manifestazioni, sia a livello intellettuale con una ponderosa mole di pubblicazioni. In particolare, dopo la débâcle del Patto di Varsavia, il lungo conflitto bellico jugoslavo emerge come momento propulsivo delle ristrutturazioni istituzionali che finiranno per definire l’organizzazione politica della nuova Europa. L’allargamento dell’Unione europea e della Nato siedono così sopra le rovine jugoslave. Il saggio analizza la situazione lavorativa post-bellica nell’area kosovara e le trasformazioni indotte dalla presenza di un apparato militare e umanitario senza precedenti, addirittura esteso oltre i confini di tale area. Il Kosovo costituisce uno dei molti spazi di eccezione del mondo contemporaneo. Le recinzioni simboliche o materiali plasmano la mobilità, costringendo ad una diversa organizzazione delle attività quotidiane e lavorative; se la loro funzione principale è separare, quella secondaria è gerarchizzare le relazioni tra chi sta dentro e chi sta fuori. E la recinzione è prodotta dall’esterno, secondo un movimento che stringe e risospinge gli individui verso l’interno; in altri termini essi non sono tanto agenti della propria chiusura quanto soffrono l’effetto di un’autochiusura.

Sistemi di occupazione e nuove guerre nell'Europa sud-orientale

SACCHETTO, DEVI
2005

Abstract

L’ultimo decennio del Novecento si è caratterizzato per un intervento armato nell’Europa sud-orientale che per potenze statuali e organizzazioni internazionali interessate si è qualificato come il più vasto in Europa dopo la Seconda guerra mondiale. L’ampia e continua partecipazione ha conosciuto critiche sia a livello popolare, che si sono espresse in numerose manifestazioni, sia a livello intellettuale con una ponderosa mole di pubblicazioni. In particolare, dopo la débâcle del Patto di Varsavia, il lungo conflitto bellico jugoslavo emerge come momento propulsivo delle ristrutturazioni istituzionali che finiranno per definire l’organizzazione politica della nuova Europa. L’allargamento dell’Unione europea e della Nato siedono così sopra le rovine jugoslave. Il saggio analizza la situazione lavorativa post-bellica nell’area kosovara e le trasformazioni indotte dalla presenza di un apparato militare e umanitario senza precedenti, addirittura esteso oltre i confini di tale area. Il Kosovo costituisce uno dei molti spazi di eccezione del mondo contemporaneo. Le recinzioni simboliche o materiali plasmano la mobilità, costringendo ad una diversa organizzazione delle attività quotidiane e lavorative; se la loro funzione principale è separare, quella secondaria è gerarchizzare le relazioni tra chi sta dentro e chi sta fuori. E la recinzione è prodotta dall’esterno, secondo un movimento che stringe e risospinge gli individui verso l’interno; in altri termini essi non sono tanto agenti della propria chiusura quanto soffrono l’effetto di un’autochiusura.
2005
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