E' davvero legittimo negare al contribuente il rimborso iva per inesistenza delle operazioni passive, nonostante la definizione per condono ex art. 9 L. 289/2002 ?

Si commenta Corte Cost., 340/2005, secondo la quale il condono con definizione automatica, incidendo sui debiti e non sui crediti dei contribuenti, non impedisce all’amministrazione finanziaria di accertare l’inesistenza dei crediti iva risultanti dalla dichiarazione in quanto fondati su fatture per operazioni inesistenti. Anche se la giurisprudenza nega che la disciplina dei condoni violi gli artt. 3 e 53 Cost., è evidente l’esigenza di interpretare tale disciplina riducendone le incoerenze con i principi dell’ordinamento tributario, ma anche accettando le scelte fatte dal legislatore nei limiti della sua discrezionalità. La Corte cost. si fonda su un'interpretazione delle norme sul condono che non appare condivisibile, trascurando la previsione per cui è precluso ogni accertamento, la quale supera l'argomento tratto dalla generale ratio dell'istituto di acquisire nuovo gettito.