Gli antipsicotici di seconda generazione sono frequentemente associati ad incremento ponderale, a sindrome metabolica e a disturbi alimentari NAS (binge eating disorder). In questo lavoro presentiamo il caso di una paziente di 45 anni con una schizofrenia paranoide in forma residuale che nel corso di 15 anni di terapia con antipsicotici atipici ha sviluppato un’obesità morbigena (150 kg, IMC = 58,5 kg/m2), un BED e gravi complicanze biologiche obesity-related, tra cui sindrome metabolica e sindrome delle apnee notturne con ipoventilazione diurna. La paziente è stata sottoposta ad un trattamento in ricovero di 14 settimane, specifico per pazienti obesi in comorbilità psichiatrica. È stato condotto un progressivo passaggio da clozapina verso aripiprazolo in sovrapposizione. È stato realizzato un intervento psicologico individuale e di gruppo orientato alla riabilitazione del comportamento alimentare e all’acquisizione di uno stile di vita più sano. L’intervento prevedeva inoltre una riabilitazione motoria attraverso sessioni di attività fisica adattata giornaliera secondo un programma personalizzato. In fase di dimissione si è assistito ad un miglioramento di tutte le dimensioni psicopatologiche come riportato dall’SCL-90 e dalla BPRS. Lo stato fisico, gravemente scaduto all’ingresso, è risultato notevolmente migliorato in base ai dati clinici e bioumorali. Il calo ponderale alla dimissione è risultato di 29 kg (-14%); al follow-up a 3 mesi si è rilevato un ulteriore calo ponderale di 26,8 kg, pari a 102,2 kg (IMC=40,8 kg/m2). Conclusioni: l’esperienza riportata sottolinea l’importanza di un assessment specifico e di un intervento multidisciplinare nel caso di pazienti schizofrenici che presentino gravi complicanze biologiche. L’utilizzo di strategie integrate di cura, con antipsicotici di seconda generazione, interventi educazionali e cognitivo-comportamentali e esercizio fisico, rappresenta una rilevante risorsa terapeutica che mira al benessere globale del paziente psicotico, in una visione della cura che mira al recupero più completo possibile di tutte le dimensioni della persona (recovery).

Intervento multidisciplinare in un caso di schizofrenia in comorbilità  con obesità  morbigena iatrogena, complicanze obesity-related e binge eating disorder

CARRARO, ATTILIO
2008

Abstract

Gli antipsicotici di seconda generazione sono frequentemente associati ad incremento ponderale, a sindrome metabolica e a disturbi alimentari NAS (binge eating disorder). In questo lavoro presentiamo il caso di una paziente di 45 anni con una schizofrenia paranoide in forma residuale che nel corso di 15 anni di terapia con antipsicotici atipici ha sviluppato un’obesità morbigena (150 kg, IMC = 58,5 kg/m2), un BED e gravi complicanze biologiche obesity-related, tra cui sindrome metabolica e sindrome delle apnee notturne con ipoventilazione diurna. La paziente è stata sottoposta ad un trattamento in ricovero di 14 settimane, specifico per pazienti obesi in comorbilità psichiatrica. È stato condotto un progressivo passaggio da clozapina verso aripiprazolo in sovrapposizione. È stato realizzato un intervento psicologico individuale e di gruppo orientato alla riabilitazione del comportamento alimentare e all’acquisizione di uno stile di vita più sano. L’intervento prevedeva inoltre una riabilitazione motoria attraverso sessioni di attività fisica adattata giornaliera secondo un programma personalizzato. In fase di dimissione si è assistito ad un miglioramento di tutte le dimensioni psicopatologiche come riportato dall’SCL-90 e dalla BPRS. Lo stato fisico, gravemente scaduto all’ingresso, è risultato notevolmente migliorato in base ai dati clinici e bioumorali. Il calo ponderale alla dimissione è risultato di 29 kg (-14%); al follow-up a 3 mesi si è rilevato un ulteriore calo ponderale di 26,8 kg, pari a 102,2 kg (IMC=40,8 kg/m2). Conclusioni: l’esperienza riportata sottolinea l’importanza di un assessment specifico e di un intervento multidisciplinare nel caso di pazienti schizofrenici che presentino gravi complicanze biologiche. L’utilizzo di strategie integrate di cura, con antipsicotici di seconda generazione, interventi educazionali e cognitivo-comportamentali e esercizio fisico, rappresenta una rilevante risorsa terapeutica che mira al benessere globale del paziente psicotico, in una visione della cura che mira al recupero più completo possibile di tutte le dimensioni della persona (recovery).
2008
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