Nella biografia intellettuale di Mircea Eliade (1907-1986) la cultura italiana ha avuto un ruolo centrale a partire dagli anni di formazione. Grazie all’opera di Raffaele Pettazzoni, di Giuseppe Tucci e degli orientalisti italiani, il giovane ricercatore romeno ha disciplinato e approfondito la sua vocazione scientifica in un contesto nazionale in cui gli studi storici e specialistici dei fatti religiosi e delle religioni non erano coltivati. Dopo la guerra, il dialogo tra i diversi metodi storico-comparativi degli studiosi italiani e la morfologia e l’ermeneutica eliadiane è stato talvolta conflittuale ma sempre fecondo e reciprocamente utile. Tuttavia, l’opzione filosofica storicista (a cominciare da quella di Ernesto De Martino) e una lettura molto ideologica di certi dati biografici hanno creato degli stereotipi esegetici negativi, ed Eliade è stato considerato irrazionalista, tradizionalista, esoterista, teorico della «evasione dalla storia» e di una concezione storica decadente e infine critico radicale del giudeo-cristianesimo. Al di là dei contrasti metodologici e filosofici e delle polemiche ideologiche, la ricezione dell’opera di Mircea Eliade in Italia ha presentato anche, soprattutto negli ultimi vent’anni, delle modalità interpretative più equilibrate, sensibili all’analisi contestuale dei testi, e interessate alla ricerca filologica delle fonti e degli influssi.

La ricezione dell'opera di Mircea Eliade in Italia: un bilancio critico

SCAGNO, ROBERTO
2008

Abstract

Nella biografia intellettuale di Mircea Eliade (1907-1986) la cultura italiana ha avuto un ruolo centrale a partire dagli anni di formazione. Grazie all’opera di Raffaele Pettazzoni, di Giuseppe Tucci e degli orientalisti italiani, il giovane ricercatore romeno ha disciplinato e approfondito la sua vocazione scientifica in un contesto nazionale in cui gli studi storici e specialistici dei fatti religiosi e delle religioni non erano coltivati. Dopo la guerra, il dialogo tra i diversi metodi storico-comparativi degli studiosi italiani e la morfologia e l’ermeneutica eliadiane è stato talvolta conflittuale ma sempre fecondo e reciprocamente utile. Tuttavia, l’opzione filosofica storicista (a cominciare da quella di Ernesto De Martino) e una lettura molto ideologica di certi dati biografici hanno creato degli stereotipi esegetici negativi, ed Eliade è stato considerato irrazionalista, tradizionalista, esoterista, teorico della «evasione dalla storia» e di una concezione storica decadente e infine critico radicale del giudeo-cristianesimo. Al di là dei contrasti metodologici e filosofici e delle polemiche ideologiche, la ricezione dell’opera di Mircea Eliade in Italia ha presentato anche, soprattutto negli ultimi vent’anni, delle modalità interpretative più equilibrate, sensibili all’analisi contestuale dei testi, e interessate alla ricerca filologica delle fonti e degli influssi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2269450
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