L’articolo esamina l’impatto delle risorse culturali nella determinazione della produttività delle imprese. La cultura viene qui considerata come attrattore di competenze, veicolatore di conoscenze e generatore di nuove. Ad una organizzazione formale e gerarchica, dominata da una razionalità predeterminata (corporation standard basata su meccanismi decisionali di tipo top-down) si contrappone una organizzazione informale, ecologica e fortemente orientata a coevolvere creativamente con l’ambiente esterno (meta corporation basata su processi decisionali di tipo bottom-up). In contesti dominati da complessità e incertezza, dove gli investimenti in innovazione divengono condizione necessaria per la sopravvivenza delle imprese, i modelli strutturalisti basati sull’efficienza cedono il passo a modelli ecologici basati sulla sostenibilità. Investire in cultura per le imprese significa creare dei contesti lavorativi che favoriscano la creazione di comunità di pratica come collettori di creatività (dall’individuo alla comunità all’organizzazione nel suo complesso) e ne garantiscano l’esistenza e la proliferazione (attraverso gardening e attivazione di processi spontanei di perpetuazione). Il caso di H-Farm, l’incubatore di imprese high tech trevigiano nato dalla business idea di Riccardo Donadon, si propone come modello di meta corporation di tipo EE-Form, in cui i pilastri dell’organizzazione dinamica (vision, purpose, leadership e strategy) vengono garantiti dalla capacità dell’impresa (e del suo leader) di generare ecologie del valore su base comunitaria. Condivisione di significati e cultura aziendale si rivelano quindi leve importanti per apprendere ad apprendere, incrementando produttività e capacità innovativa delle meta corporation emergenti.

Strategie e pratiche ecologiche per apprendere ad apprendere in contesti complessi e innovativi.Il matching tra cultura e comunità  di pratica nel caso H-Farm: tra meta-Corporation emergente ed ecologie del valore

SEDITA, SILVIA RITA;
2008

Abstract

L’articolo esamina l’impatto delle risorse culturali nella determinazione della produttività delle imprese. La cultura viene qui considerata come attrattore di competenze, veicolatore di conoscenze e generatore di nuove. Ad una organizzazione formale e gerarchica, dominata da una razionalità predeterminata (corporation standard basata su meccanismi decisionali di tipo top-down) si contrappone una organizzazione informale, ecologica e fortemente orientata a coevolvere creativamente con l’ambiente esterno (meta corporation basata su processi decisionali di tipo bottom-up). In contesti dominati da complessità e incertezza, dove gli investimenti in innovazione divengono condizione necessaria per la sopravvivenza delle imprese, i modelli strutturalisti basati sull’efficienza cedono il passo a modelli ecologici basati sulla sostenibilità. Investire in cultura per le imprese significa creare dei contesti lavorativi che favoriscano la creazione di comunità di pratica come collettori di creatività (dall’individuo alla comunità all’organizzazione nel suo complesso) e ne garantiscano l’esistenza e la proliferazione (attraverso gardening e attivazione di processi spontanei di perpetuazione). Il caso di H-Farm, l’incubatore di imprese high tech trevigiano nato dalla business idea di Riccardo Donadon, si propone come modello di meta corporation di tipo EE-Form, in cui i pilastri dell’organizzazione dinamica (vision, purpose, leadership e strategy) vengono garantiti dalla capacità dell’impresa (e del suo leader) di generare ecologie del valore su base comunitaria. Condivisione di significati e cultura aziendale si rivelano quindi leve importanti per apprendere ad apprendere, incrementando produttività e capacità innovativa delle meta corporation emergenti.
2008
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