Un quartiere artigianale a Patavium. La fornace per la produzione di terra sigillata tardo-padana

Recentemente a Padova è stato eseguito uno scavo archeologico in un’area che si trovava in età romana vicino alla sponda settentrionale dell'ansa del Meduacus, all’interno della quale si sviluppò l’abitato antico della città (fig. 1). Tra la fine del II e la metà del I secolo a.C. il sito faceva parte dell’ampia necropoli collocata a settentrione del centro urbano, in prossimità di alcune vie in uscita dalla città. Alla metà del I secolo a.C. si registra una radicale riconversione dell'area che viene destinata all’impianto di officine artigianali per la produzione ceramica e che nell’ambito di quattro fasi successive, protrarrà la sua attività fino alla fine del II sec. d.C. La prima fase, databile alla seconda metà del I sec. a.C., si presentava molto intaccata dalle attività successive; sono state identificate aree focate, parte di una vasca di decantazione dell’argilla ed una fossa di scarico con una notevole quantità di ceramica comune grezza e di ceramica grigia di tradizione locale preromana. Nel corso della seconda fase, databile tra la fine del I sec. a.C. e la metà del I sec. d.C., sono state rilevate sette fornaci, viste purtroppo solo in sezione. Alla produzione di questa sequenza di forni si legano una discarica ed un vano adibito ad essiccatoio; anche in questa fase venivano prodotte ceramica comune grezza e grigia. La terza fase, databile tra la metà del I e la metà del II sec. d.C., comprende tre fornaci; due di queste producevano esclusivamente ceramica comune grezza, la terza fornace produceva terra sigillata e ceramica comune depurata. Nell’ultima fase, databile nell’ambito della seconda metà del II sec. d.C., sono stati rinvenuti una vasca per la decantazione dell'argilla e altre due fornaci per la produzione di ceramica comune depurata e grezza.