L’articolo analizza, ripercorrendo la giurisprudenza costituzionale fin dalle prime sentenze in materia, l’istituto della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte di cui all’art. 23 Cost., della quale sono analiticamente esaminati fondamento, campo di applicazione e contenuto (sia sotto il profilo della tipologia degli atti che soddisfano la riserva, sia con riguardo al necessario quantum di disciplina di rango primario). Lo scritto evidenzia, sulla base delle concrete applicazioni della riserva “relativa” ex art. 23 Cost., come la norma costituzionale, da un lato, sia stata dilatata fino a divenire una norma generale a protezione della libertà patrimoniale della persona ed un principio che presidia interi settori normativi (in particolare quello tributario); dall’altro, come a tale estensione della fattispecie non si sia accompagnata una declinazione altrettanto garantista quanto al contenuto precettivo della disposizione, che è stata interpretata con notevole elasticità in riferimento a ciò che è sufficiente per soddisfare la riserva. L’articolo dimostra come la riserva di cui all’art. 23 Cost., contestualizzata nel suo svolgimento storico, entri in tensione con fenomeni di generale “crisi” della legge, fenomeni che si sono accentuati nel tempo presente, quali l’incremento del potere normativo del Governo e l’articolazione multilivello del sistema delle fonti locali (con il potenziamento, in basso, delle fonti locali, e, in alto, di quelle europee). Il lavoro esamina poi come la garanzia della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte si trovi a fare i conti con l’emergere di forme di imposizione nell’ambito di rapporti formalmente non autoritativi. Nonostante talune letture ed applicazioni svalutative, la riserva di legge prescritta dall’art. 23 Cost. si dimostra tuttora capace – e questa è una delle conclusioni cui previene il lavoro – di esprimere una significativa capacità regolativa e l’attitudine a fungere da istituto di garanzia per le libertà della persona.

Riserva di legge (in materia di prestazioni patrimoniali imposte)

CORVAJA, FABIO
2010

Abstract

L’articolo analizza, ripercorrendo la giurisprudenza costituzionale fin dalle prime sentenze in materia, l’istituto della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte di cui all’art. 23 Cost., della quale sono analiticamente esaminati fondamento, campo di applicazione e contenuto (sia sotto il profilo della tipologia degli atti che soddisfano la riserva, sia con riguardo al necessario quantum di disciplina di rango primario). Lo scritto evidenzia, sulla base delle concrete applicazioni della riserva “relativa” ex art. 23 Cost., come la norma costituzionale, da un lato, sia stata dilatata fino a divenire una norma generale a protezione della libertà patrimoniale della persona ed un principio che presidia interi settori normativi (in particolare quello tributario); dall’altro, come a tale estensione della fattispecie non si sia accompagnata una declinazione altrettanto garantista quanto al contenuto precettivo della disposizione, che è stata interpretata con notevole elasticità in riferimento a ciò che è sufficiente per soddisfare la riserva. L’articolo dimostra come la riserva di cui all’art. 23 Cost., contestualizzata nel suo svolgimento storico, entri in tensione con fenomeni di generale “crisi” della legge, fenomeni che si sono accentuati nel tempo presente, quali l’incremento del potere normativo del Governo e l’articolazione multilivello del sistema delle fonti locali (con il potenziamento, in basso, delle fonti locali, e, in alto, di quelle europee). Il lavoro esamina poi come la garanzia della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte si trovi a fare i conti con l’emergere di forme di imposizione nell’ambito di rapporti formalmente non autoritativi. Nonostante talune letture ed applicazioni svalutative, la riserva di legge prescritta dall’art. 23 Cost. si dimostra tuttora capace – e questa è una delle conclusioni cui previene il lavoro – di esprimere una significativa capacità regolativa e l’attitudine a fungere da istituto di garanzia per le libertà della persona.
2010
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2423623
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