Nel lavoro vengono analizzate le due edizioni del poema Pietro il Grande, Imperadore I ed autocrata di tutte le Russie. Canti XII in ottava rima di un intellettuale mantovano-veronese, il conte Girolamo Murari Dalla Corte. L’opera, centrata sugli scontri che opposero lo zar Pietro I a Carlo XII di Svezia, fu pubblicata per la prima volta a Verona nel 1803. Nel 1814 essa conobbe una seconda edizione, nella quale Murari Dalla Corte – che aveva dedicato la sua fatica allo zar allora regnante, Alessandro I – cercò di adeguare la prospettiva ideologica del narrato ai mutamenti intervenuti nella situazione politica internazionale dopo il definitivo tramonto della potenza napoleonica. Oltre che agli aspetti storici e stilistico-strutturali delle due varianti del poema, l’A. si sofferma anche sul rapporto instaurato con la Russia dal mondo culturale italiano, in particolare veneziano, nel corso del XVIII secolo. Nell’ultima parte dell’articolo, sulla base del carteggio di Murari Dalla Corte conservato presso la Biblioteca Civica di Verona, vengono ricostruiti i purtroppo inutili tentativi effettuati dallo scrittore nel corso di più di vent’anni, al fine di ottenere dalla corte russa l’approvazione ufficiale alla dedica del suo poema: dei tentativi che si propongono non solo come frutto emblematico del costume di una certa intelligencija italiana che fra Sette e Ottocento visse momenti particolarmente traumatici, ma anche come testimonianza di una rete di rapporti culturali di sorprendenti estensione e vivacità.
Girolamo Murari Dalla Corte e il suo poema "Pietro il Grande, Imperatore I ed autocrata di tutte le Russie"
FERRAZZI, MARIALUISA
2010
Abstract
Nel lavoro vengono analizzate le due edizioni del poema Pietro il Grande, Imperadore I ed autocrata di tutte le Russie. Canti XII in ottava rima di un intellettuale mantovano-veronese, il conte Girolamo Murari Dalla Corte. L’opera, centrata sugli scontri che opposero lo zar Pietro I a Carlo XII di Svezia, fu pubblicata per la prima volta a Verona nel 1803. Nel 1814 essa conobbe una seconda edizione, nella quale Murari Dalla Corte – che aveva dedicato la sua fatica allo zar allora regnante, Alessandro I – cercò di adeguare la prospettiva ideologica del narrato ai mutamenti intervenuti nella situazione politica internazionale dopo il definitivo tramonto della potenza napoleonica. Oltre che agli aspetti storici e stilistico-strutturali delle due varianti del poema, l’A. si sofferma anche sul rapporto instaurato con la Russia dal mondo culturale italiano, in particolare veneziano, nel corso del XVIII secolo. Nell’ultima parte dell’articolo, sulla base del carteggio di Murari Dalla Corte conservato presso la Biblioteca Civica di Verona, vengono ricostruiti i purtroppo inutili tentativi effettuati dallo scrittore nel corso di più di vent’anni, al fine di ottenere dalla corte russa l’approvazione ufficiale alla dedica del suo poema: dei tentativi che si propongono non solo come frutto emblematico del costume di una certa intelligencija italiana che fra Sette e Ottocento visse momenti particolarmente traumatici, ma anche come testimonianza di una rete di rapporti culturali di sorprendenti estensione e vivacità.File | Dimensione | Formato | |
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