Obiettivo di questa ricerca è stato quello di apportare un contributo alle conoscenze sull’inquinamento da stannorganici (OTC) e sugli effetti di questi contaminanti ambientali di origine antropica sugli organismi che popolano le acque italiane. Questi composti vengono immessi nell’ecosistema fluviale e in quello marino costiero da varie fonti sia locali che diffuse che riguardano rispettivamente vernici antivegetative per imbarcazioni e fitofarmaci agricoli. Negli ultimi anni è apparso evidente che un appropriato programma di monitoraggio debba includere, oltre a misure chimico-fisiche, anche parametri biologici in grado di fornire una valutazione della risposta allo stress ambientale da parte di alcuni organismi scelti come bioindicatori. Si è ritenuto necessario compiere osservazioni sui pesci teleostei, perché il bioaccumulo di OTC nella catena alimentare, che culmina nei prodotti della pesca, rappresenta un elevato rischio potenziale per la salute umana. La ricerca è stata estesa anche a invertebrati marini bentonici filtratori, quali i tunicati, in quanto hanno dimostrato una sensibilità molto elevata a questi composti. È stato valutato il loro bioaccumulo da apporto con la dieta o per contatto diretto branchiale con acqua contaminata, determinando assimilazione, ritenzione, biomagnificazione, trasformazione biotica (metaboliti) e abiotica (da conversioni fisico-chimiche) e distribuzione in particolari organi e tessuti bersaglio. Nei teleostei l’accumulo ha interessato in ordine decrescente rene, fegato, milza, cervello e muscolo. L’assimilazione è veloce, mentre l’eliminazione è lenta, comportando effetti a lungo termine, soprattutto a livello del sistema immunitario. Nei tunicati, filogeneticamente vicini ai Vertebrati, si osserva immunotossicità in vitro con decremento significativo dell’indice di fagocitosi senza mortalità o citolisi dei fagociti, in cui il meccanismo d’azione sembra comportare una forte interazione con l’omeostasi cellulare del calcio. (Questa ricerca è stata condotta con contributo del CNR)

Risposte tossicocinetiche ed immunotossiche di vertebrati e invertebrati marini quali indicatori biologici di inquinamento da stannorganici.

CIMA, FRANCESCA;BALLARIN, LORIANO;
1996

Abstract

Obiettivo di questa ricerca è stato quello di apportare un contributo alle conoscenze sull’inquinamento da stannorganici (OTC) e sugli effetti di questi contaminanti ambientali di origine antropica sugli organismi che popolano le acque italiane. Questi composti vengono immessi nell’ecosistema fluviale e in quello marino costiero da varie fonti sia locali che diffuse che riguardano rispettivamente vernici antivegetative per imbarcazioni e fitofarmaci agricoli. Negli ultimi anni è apparso evidente che un appropriato programma di monitoraggio debba includere, oltre a misure chimico-fisiche, anche parametri biologici in grado di fornire una valutazione della risposta allo stress ambientale da parte di alcuni organismi scelti come bioindicatori. Si è ritenuto necessario compiere osservazioni sui pesci teleostei, perché il bioaccumulo di OTC nella catena alimentare, che culmina nei prodotti della pesca, rappresenta un elevato rischio potenziale per la salute umana. La ricerca è stata estesa anche a invertebrati marini bentonici filtratori, quali i tunicati, in quanto hanno dimostrato una sensibilità molto elevata a questi composti. È stato valutato il loro bioaccumulo da apporto con la dieta o per contatto diretto branchiale con acqua contaminata, determinando assimilazione, ritenzione, biomagnificazione, trasformazione biotica (metaboliti) e abiotica (da conversioni fisico-chimiche) e distribuzione in particolari organi e tessuti bersaglio. Nei teleostei l’accumulo ha interessato in ordine decrescente rene, fegato, milza, cervello e muscolo. L’assimilazione è veloce, mentre l’eliminazione è lenta, comportando effetti a lungo termine, soprattutto a livello del sistema immunitario. Nei tunicati, filogeneticamente vicini ai Vertebrati, si osserva immunotossicità in vitro con decremento significativo dell’indice di fagocitosi senza mortalità o citolisi dei fagociti, in cui il meccanismo d’azione sembra comportare una forte interazione con l’omeostasi cellulare del calcio. (Questa ricerca è stata condotta con contributo del CNR)
1996
ATTI DELL'XI CONGRESSO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI TOSSICOLOGIA (SIT)
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