Il lavoro affronta in una prima sezione il ruolo del principio di eguaglianza nella giurisprudenza degli organi giurisdizionali dell’Unione in materia di diritto della funzione pubblica. L’analisi porta alla constatazione di un marcato judicial self-restraint nello scrutinio di legittimità delle scelte operate dal legislatore dell’Unione in materia di diritto della funzione pubblica. L’approccio seguito dalla Corte e dalle giurisdizioni inferiori si distacca in ciò marcatamente da quello prevalente in alcuni ordinamenti nazionali, in cui il controllo del rispetto del principio di eguaglianza finisce per esprimersi in un giudizio di ragionevolezza sulle scelte del legislatore. L’autore osserva come tale judicial self restraint sia altamente problematico in un quadro normativo in cui, fino alle modifiche introdotte dal Trattato di Lisbona, la figura del legislatore prevista dall’art. 283 CE non comprendeva il Parlamento europeo. Anche successivamente, pur con l’applicazione a tale materia della procedura legislativa ordinaria, rimane un forte elemento di problematicità: la coesistenza in capo alla Commissione di un ruolo centrale nel processo legislativo, quale Istituzione da cui promana la proposta legislativa, e di soggetto interessato al contenuto della legislazione in questione, quale principale datore di lavoro dei funzionari comunitari, il ruolo centrale che in entrambe le funzioni è affidato alla Direzione Generale del Personale, nonché la coesistenza in capo agli Stati delle funzioni legislative quali membri del Consiglio e dell’obbligo di contribuire al finanziamento del bilancio dell’Unione – di cui le spese in materia di personale costituiscono una significativa frazione, fanno emergere il rischio di un conflitto d’interesse, sul quale il giudice dovrebbe probabilmente vigilare con maggiore attivismo. Nella seconda sezione, l’autore analizza l’approccio della giurisprudenza del Tribunale della Funzione Pubblica e del Tribunale dell’Unione europea nel controllo della legalità delle decisioni di licenziamento dei funzionari a tempo determinato, con particolare riferimento al ruolo giocato in tale contesto dal principio di non discriminazione e dall’esigenza di tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori/funzionari. Ciò che emerge è, in linea di principio, l’inadeguatezza del modello del controllo della legittimità degli atti amministrativi, in relazione a tale tipo di controversie. Tale modello, seppure integrato con il riferimento alle superiori esigenze relative alla tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, come espressi nelle stesse direttive che, in tale materia, il legislatore dell’Unione rivolge agli Stati membri, nonché nelle convenzioni internazionali di codificazione e sviluppo elaborate in seno all’Organizzazione Internazionale del Lavoro-ILO, non consente infatti al giudice di sindacare efficacemente l’utilizzazione della discrezionalità comunque riconosciuta all’amministrazione/datore di lavoro, e finisce per tradire lo spirito dell’art. 30 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. all’amministrazione/datore di lavoro. *** The present contribution is devoted to analyzing recent developments in selected aspects of European Union civil service law. Such analysis will help to assess the soundness of the prevailing approach to judicial review of legislative acts and to judicial control over individual acts affecting the rights of European Union civil service workers. Case law on the equality principle is scrutinized, with the suggestion being made that, at times, such case-law shows an excessive deference towards the European Union legislator, or that, at least, more precise reasoning could be needed in this field. A review of case-law concerning the rights and duties of temporary staff workers is also carried out, and reveals the need to strengthen the scrutiny exercised by the European Courts, and above all by the Civil Service Tribunal, in cases of alleged discriminatory dismissal. The french administrative law structure proves indeed to be inadequate to ensure the respect of EU and international standards in the field, and risks undermining the full application of art. 30 European Charter of Human Rights.

Reasonableness of legislative choices and protection against (discriminatory) dismissal of temporary staff: does the approach of the Court of Justice of the European Union to judicial review and judicial control meet high rule of law standards?

CORTESE, BERNARDO
2012

Abstract

Il lavoro affronta in una prima sezione il ruolo del principio di eguaglianza nella giurisprudenza degli organi giurisdizionali dell’Unione in materia di diritto della funzione pubblica. L’analisi porta alla constatazione di un marcato judicial self-restraint nello scrutinio di legittimità delle scelte operate dal legislatore dell’Unione in materia di diritto della funzione pubblica. L’approccio seguito dalla Corte e dalle giurisdizioni inferiori si distacca in ciò marcatamente da quello prevalente in alcuni ordinamenti nazionali, in cui il controllo del rispetto del principio di eguaglianza finisce per esprimersi in un giudizio di ragionevolezza sulle scelte del legislatore. L’autore osserva come tale judicial self restraint sia altamente problematico in un quadro normativo in cui, fino alle modifiche introdotte dal Trattato di Lisbona, la figura del legislatore prevista dall’art. 283 CE non comprendeva il Parlamento europeo. Anche successivamente, pur con l’applicazione a tale materia della procedura legislativa ordinaria, rimane un forte elemento di problematicità: la coesistenza in capo alla Commissione di un ruolo centrale nel processo legislativo, quale Istituzione da cui promana la proposta legislativa, e di soggetto interessato al contenuto della legislazione in questione, quale principale datore di lavoro dei funzionari comunitari, il ruolo centrale che in entrambe le funzioni è affidato alla Direzione Generale del Personale, nonché la coesistenza in capo agli Stati delle funzioni legislative quali membri del Consiglio e dell’obbligo di contribuire al finanziamento del bilancio dell’Unione – di cui le spese in materia di personale costituiscono una significativa frazione, fanno emergere il rischio di un conflitto d’interesse, sul quale il giudice dovrebbe probabilmente vigilare con maggiore attivismo. Nella seconda sezione, l’autore analizza l’approccio della giurisprudenza del Tribunale della Funzione Pubblica e del Tribunale dell’Unione europea nel controllo della legalità delle decisioni di licenziamento dei funzionari a tempo determinato, con particolare riferimento al ruolo giocato in tale contesto dal principio di non discriminazione e dall’esigenza di tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori/funzionari. Ciò che emerge è, in linea di principio, l’inadeguatezza del modello del controllo della legittimità degli atti amministrativi, in relazione a tale tipo di controversie. Tale modello, seppure integrato con il riferimento alle superiori esigenze relative alla tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, come espressi nelle stesse direttive che, in tale materia, il legislatore dell’Unione rivolge agli Stati membri, nonché nelle convenzioni internazionali di codificazione e sviluppo elaborate in seno all’Organizzazione Internazionale del Lavoro-ILO, non consente infatti al giudice di sindacare efficacemente l’utilizzazione della discrezionalità comunque riconosciuta all’amministrazione/datore di lavoro, e finisce per tradire lo spirito dell’art. 30 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. all’amministrazione/datore di lavoro. *** The present contribution is devoted to analyzing recent developments in selected aspects of European Union civil service law. Such analysis will help to assess the soundness of the prevailing approach to judicial review of legislative acts and to judicial control over individual acts affecting the rights of European Union civil service workers. Case law on the equality principle is scrutinized, with the suggestion being made that, at times, such case-law shows an excessive deference towards the European Union legislator, or that, at least, more precise reasoning could be needed in this field. A review of case-law concerning the rights and duties of temporary staff workers is also carried out, and reveals the need to strengthen the scrutiny exercised by the European Courts, and above all by the Civil Service Tribunal, in cases of alleged discriminatory dismissal. The french administrative law structure proves indeed to be inadequate to ensure the respect of EU and international standards in the field, and risks undermining the full application of art. 30 European Charter of Human Rights.
2012
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