Introduzione e obiettivi. Gli studi che riportano l’incidenza dei sintomi da trauma (PTSS) nei genitori durante il trattamento attivo del bambino sono esigui, riportando elevati livelli di PTSS nei genitori fino anche al 99% (Kazak et al., 2005) e una loro possibile persistenza fino ai due anni successivi alla diagnosi (Phipps et al., 2005). Un nostro studio preliminare (Axia et al., 2006) su 58 madri italiane dà invece dei risultati più confortanti, con il 34.5% con elevati punteggi di PTSS vicini a una diagnosi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Lo scopo di tale studio è quello di replicare queste prime analisi con una campione più ampio di genitori. In tal senso, diventa inoltre essenziale valutare anche i possibili predittori e mediatori dell’insorgenza di PTSS nei genitori già nel momento iniziale del dopo diagnosi, dato che gli studi in tal senso riguardano esclusivamente i genitori dei bambini sopravvissuti (Kazak et al., 1998). Metodi. I partecipanti allo studio sono 92 genitori di bambini con leucemia (età media=37.80; DS=6.07), di cui 78 madri e 14 padri, con 12.15 anni di scolarità media (DS=3.89). Le valutazioni avvengono in due momenti della terapia: durante la seconda settimana di ospedalizzazione (T1) e nel secondo mese di terapia (T2). Al T1 viene somministrato un questionario self-report per valutare la sintomatologia depressiva, di arousal e fisica del genitore (BSI-18, CCSS). In tale occasione vengono anche raccolte le informazioni mediche in termini di n° di blasti al giorno +8. Al T2 viene valutata nel genitore la presenza di sintomi da trauma (check-list PTSD, CCSS). Risultati. Il numero medio di PTSS riportati dal genitore al T2 è di 5.91 (DS=3.36), con una maggiore incidenza nello specifico di sintomi di intrusione (Media=2.30, DS=1.4), seguiti da quelli di evitamento (Media=1.85; DS=1.57) e di arousal (Media=1.74; DS=1.31). Un modello di regressione lineare controllato per l’effetto di moderazione (R2=0.16; p=0.02) identifica i sintomi fisici riportati dal genitore alla diagnosi (b=0.32) come predittore e il numero dei blasti comunicato al giorno +8 come moderatore (b=0.80). Conclusioni. La comunicazione dei blasti al giorno +8 amplifica la sintomatologia fisica del genitore al T1 che, a sua volta, predice la sintomatologia da trauma al T2. Nella gestione di questo tipo di comunicazione al genitore è utile tener conto di tali effetti fisici iniziali e psicologici a lungo termine.

SINTOMI DA TRAUMA IN 92 GENITORI DI BAMBINI AFFETTI DA LLA NELSECONDO MESE DI TERAPIA: ANALISI DEI POSSIBILI FATTORI PREDITTIVIVALUTATI NELLA SECONDA SETTIMANA DOPO LA DIAGNOSI

TREMOLADA, MARTA;BONICHINI, SABRINA;
2008

Abstract

Introduzione e obiettivi. Gli studi che riportano l’incidenza dei sintomi da trauma (PTSS) nei genitori durante il trattamento attivo del bambino sono esigui, riportando elevati livelli di PTSS nei genitori fino anche al 99% (Kazak et al., 2005) e una loro possibile persistenza fino ai due anni successivi alla diagnosi (Phipps et al., 2005). Un nostro studio preliminare (Axia et al., 2006) su 58 madri italiane dà invece dei risultati più confortanti, con il 34.5% con elevati punteggi di PTSS vicini a una diagnosi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Lo scopo di tale studio è quello di replicare queste prime analisi con una campione più ampio di genitori. In tal senso, diventa inoltre essenziale valutare anche i possibili predittori e mediatori dell’insorgenza di PTSS nei genitori già nel momento iniziale del dopo diagnosi, dato che gli studi in tal senso riguardano esclusivamente i genitori dei bambini sopravvissuti (Kazak et al., 1998). Metodi. I partecipanti allo studio sono 92 genitori di bambini con leucemia (età media=37.80; DS=6.07), di cui 78 madri e 14 padri, con 12.15 anni di scolarità media (DS=3.89). Le valutazioni avvengono in due momenti della terapia: durante la seconda settimana di ospedalizzazione (T1) e nel secondo mese di terapia (T2). Al T1 viene somministrato un questionario self-report per valutare la sintomatologia depressiva, di arousal e fisica del genitore (BSI-18, CCSS). In tale occasione vengono anche raccolte le informazioni mediche in termini di n° di blasti al giorno +8. Al T2 viene valutata nel genitore la presenza di sintomi da trauma (check-list PTSD, CCSS). Risultati. Il numero medio di PTSS riportati dal genitore al T2 è di 5.91 (DS=3.36), con una maggiore incidenza nello specifico di sintomi di intrusione (Media=2.30, DS=1.4), seguiti da quelli di evitamento (Media=1.85; DS=1.57) e di arousal (Media=1.74; DS=1.31). Un modello di regressione lineare controllato per l’effetto di moderazione (R2=0.16; p=0.02) identifica i sintomi fisici riportati dal genitore alla diagnosi (b=0.32) come predittore e il numero dei blasti comunicato al giorno +8 come moderatore (b=0.80). Conclusioni. La comunicazione dei blasti al giorno +8 amplifica la sintomatologia fisica del genitore al T1 che, a sua volta, predice la sintomatologia da trauma al T2. Nella gestione di questo tipo di comunicazione al genitore è utile tener conto di tali effetti fisici iniziali e psicologici a lungo termine.
2008
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