L’A., prendendo spunto da un’apparentemente piana applicazione dell’art. 6.1 Reg. n. 44/2001 in ipotesi di corresponsabilità nel fatto illecito, analizza le potenzialità ed i rischi connessi al cumulo litisconsortile nella specifica materia antitrust, con particolare riguardo alle violazioni coinvolgenti gruppi transnazionali di imprese. In particolare, sulla scorta della giurisprudenza della High Court, inglese, l’A. si concentra sui limiti entro i quali sia possibile estendere l’effetto vincolante della decisione della Commissione UE, che accerti il coinvolgimento in una intesa vietata della società capogruppo, anche alle società controllate. Dato per ammesso che si possa affermare il coinvolgimento delle controllate nell’illecito della controllante e quindi la loro responsabilità solidale, l’A. si interroga sull’apparente assenza di limiti alla possibilità di cumulare più cause connesse nel foro generale di uno dei convenuti e sulla opportunità di apportare correttivi che consentano di concentrare il contenzioso presso giurisdizioni non eccessivamente lontane dai fatti di causa. L’A. quindi considera lo stato della giurisprudenza della Corte di giustizia sul forum connexitatis e commenta criticamente le prese di posizione emerse nella sentenza Roche Nederland e nella sentenza Freeport, proponendo una estensione anche al settore della corresponsabilità antitrust delle flessibili soluzioni elaborate in tema di azioni di contraffazione brevettuale dalle corti olandesi (cd. teoria della “ragnatela”)

Il “cartello delle vitamine” e la giurisdizione per connessione nelle azioni risarcitorie antitrust

NEGRI, MARCELLA
2007

Abstract

L’A., prendendo spunto da un’apparentemente piana applicazione dell’art. 6.1 Reg. n. 44/2001 in ipotesi di corresponsabilità nel fatto illecito, analizza le potenzialità ed i rischi connessi al cumulo litisconsortile nella specifica materia antitrust, con particolare riguardo alle violazioni coinvolgenti gruppi transnazionali di imprese. In particolare, sulla scorta della giurisprudenza della High Court, inglese, l’A. si concentra sui limiti entro i quali sia possibile estendere l’effetto vincolante della decisione della Commissione UE, che accerti il coinvolgimento in una intesa vietata della società capogruppo, anche alle società controllate. Dato per ammesso che si possa affermare il coinvolgimento delle controllate nell’illecito della controllante e quindi la loro responsabilità solidale, l’A. si interroga sull’apparente assenza di limiti alla possibilità di cumulare più cause connesse nel foro generale di uno dei convenuti e sulla opportunità di apportare correttivi che consentano di concentrare il contenzioso presso giurisdizioni non eccessivamente lontane dai fatti di causa. L’A. quindi considera lo stato della giurisprudenza della Corte di giustizia sul forum connexitatis e commenta criticamente le prese di posizione emerse nella sentenza Roche Nederland e nella sentenza Freeport, proponendo una estensione anche al settore della corresponsabilità antitrust delle flessibili soluzioni elaborate in tema di azioni di contraffazione brevettuale dalle corti olandesi (cd. teoria della “ragnatela”)
2007
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