"Ho fiducia in loro". Il diritto di essere ascoltati e di partecipare nell'intreccio delle generazioni. Appunti da un Convegno Internazionale all'Università di Padova

Lo scritto illustra la ragione sottesa e la dettagliata articolazione di un Convegno internazionale, che ha inteso ricordare, all’Università di Padova, il 31 maggio 2011, i vent’anni dalla ratifica della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (New York, 1989) da parte dell’Italia – legge 27 maggio 1991 n. 176. Il tema scelto è stato il diritto all’ascolto e alla partecipazione di bambini e adolescenti, ormai considerato uno dei quattro principi generali della Convenzione, accanto ai diritti alla vita e allo sviluppo, alla non discriminazione, al superiore e migliore interesse del bambino. L’approfondimento dell’argomento, affrontato secondo un’angolatura filosofico-pedagogica e socio-giuridica, in chiave generale e specifica, tra affondi speculativi e lavori scientifici sul campo (coinvolgenti bambini, adolescenti e figure educative), ha ricevuto una luce speciale dalla presentazione della testimonianza di Pavel A. Florenskij (1882-1937), il grande matematico, fisico, filosofo, teologo russo, che negli anni di gulag seppe mirabilmente ascoltare e tener vivo il dialogo con i suoi cinque figli. L’iniziativa chiude i lavori di un biennale Progetto di Ricerca di Ateneo (chi scrive ne è stata il responsabile scientifico), che nel 2009 era stato aperto dal Convegno internazionale “Che vivano liberi e felici…”. Il diritto all’educazione a vent’anni dalla Convenzione di New York, dedicato invece a un altro martire del secolo scorso, Janusz Korczak, il grande educatore, medico, scrittore, poeta polacco, apostolo della causa dei diritti dei bambini. Come riportato nel pieghevole del Convegno del 201l, “la rifrazione reciproca tra l’universalità di principi-diritti e le singolarità di vite pienamente umane connota l’intero percorso, così come la convinzione che lo spaesamento educativo possa trovare un chiarore affidabile in queste pedagogie fiorite nel buio dei totalitarismi del Novecento”.