La prospettiva implicata dall'insegnare le lingue in un mondo che cambia impone l’assunzione di alcuni fra i temi emergenti nella recente letteratura sulla literacy, e, in particolare, nell’orientamento teorico inaugurato dalle ricerche socio-culturali: i New Literacy Studies. Gli autori che vi si richiamano considerano la concezione tradizionale della literacy soggiogata ad una forma di “pedagogizzazione” che ne ha ristretto il significato alle pratiche scolastiche (Street, 2001) e guardano invece all’apprendimento delle competenze linguistiche come a un processo situato e distribuito. Il carattere situato deriva dal fatto che discorsi e testi non sono entità astratte, ma costruzioni autentiche, nate in risposta a situazioni incontrate nella quotidianità e sono frutto dell’intreccio di fattori contestuali diversi. L’acquisizione di tali competenze è inoltre un processo distribuito poiché avviene nei molti luoghi di vita dello studente, intrecciandosi alle attività di cui egli è partecipe e non è circoscritta ai soli eventi scolastici di parlato, lettura e scrittura. Vi concorrono il curricolo formale e le pratiche letterarie tipiche dei contesti sociali e culturali. Il concetto di “pratiche letterarie” assume particolare rilievo nei New Literacy Studies, dove esse sono definite come i modi in cui testi e discorsi incontrano la vita delle persone, modellano le relazioni sociali e di potere. Tali pratiche non si identificano con un insieme di tecniche e abilità linguistiche, ma concorrono a costruire le identità dei singoli e dei gruppi, a caratterizzare il ruolo delle istituzioni, a negoziare le relazioni sociali e ad imprimere trasformazioni decisive nelle credenze, nei valori e negli atteggiamenti delle persone e delle comunità (Maybin, 2000). A dispetto della separazione indotta dall’istruzione formale, “le pratiche letterarie viaggiano tra i contesti” e si trasformano, poiché le persone tendono ad occupare creativamente gli spazi dell’educazione (Schultz, 2002). Pertanto, apprendere le lingue non risiede nell’imparare una serie di abilità e conoscenze funzionali ai soli compiti scolastici. Secondo il concetto corrente di competenza, tale processo richiede invece lo sviluppo di tre tipi di padronanza: dei saperi, certamente, (conoscenze dichiarative), ma anche delle situazioni in cui si opera (contesti) e di se stessi (processi e atteggiamenti) nella gestione delle attività.

Incanti della parola e democrazia dell'educazione

CISOTTO, LERIDA
2008

Abstract

La prospettiva implicata dall'insegnare le lingue in un mondo che cambia impone l’assunzione di alcuni fra i temi emergenti nella recente letteratura sulla literacy, e, in particolare, nell’orientamento teorico inaugurato dalle ricerche socio-culturali: i New Literacy Studies. Gli autori che vi si richiamano considerano la concezione tradizionale della literacy soggiogata ad una forma di “pedagogizzazione” che ne ha ristretto il significato alle pratiche scolastiche (Street, 2001) e guardano invece all’apprendimento delle competenze linguistiche come a un processo situato e distribuito. Il carattere situato deriva dal fatto che discorsi e testi non sono entità astratte, ma costruzioni autentiche, nate in risposta a situazioni incontrate nella quotidianità e sono frutto dell’intreccio di fattori contestuali diversi. L’acquisizione di tali competenze è inoltre un processo distribuito poiché avviene nei molti luoghi di vita dello studente, intrecciandosi alle attività di cui egli è partecipe e non è circoscritta ai soli eventi scolastici di parlato, lettura e scrittura. Vi concorrono il curricolo formale e le pratiche letterarie tipiche dei contesti sociali e culturali. Il concetto di “pratiche letterarie” assume particolare rilievo nei New Literacy Studies, dove esse sono definite come i modi in cui testi e discorsi incontrano la vita delle persone, modellano le relazioni sociali e di potere. Tali pratiche non si identificano con un insieme di tecniche e abilità linguistiche, ma concorrono a costruire le identità dei singoli e dei gruppi, a caratterizzare il ruolo delle istituzioni, a negoziare le relazioni sociali e ad imprimere trasformazioni decisive nelle credenze, nei valori e negli atteggiamenti delle persone e delle comunità (Maybin, 2000). A dispetto della separazione indotta dall’istruzione formale, “le pratiche letterarie viaggiano tra i contesti” e si trasformano, poiché le persone tendono ad occupare creativamente gli spazi dell’educazione (Schultz, 2002). Pertanto, apprendere le lingue non risiede nell’imparare una serie di abilità e conoscenze funzionali ai soli compiti scolastici. Secondo il concetto corrente di competenza, tale processo richiede invece lo sviluppo di tre tipi di padronanza: dei saperi, certamente, (conoscenze dichiarative), ma anche delle situazioni in cui si opera (contesti) e di se stessi (processi e atteggiamenti) nella gestione delle attività.
2008
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