Questo saggio riguarda il ruolo della percezione aptica nella fruizione di opere scultoree e prende spunto da una singolare esperienza di fruizione al buio occorsa al suo autore. Sulla base di un breve resoconto di tale esperienza, vengono ‘toccati’ alcuni nodi cruciali della psicologia dell’arte, nella sua tradizione gestaltista e arnheimiana, riguardanti in particolare il costrutto di qualità espressive e quelli di forza e tensione percettive. La rivisitazione di tali costrutti in chiave aptica consente di formulare alcune considerazioni sul comportamento estetico nel dominio dell’arte plastica e di proporre ‘naturalistiche’ linee di ricerca indirizzate ad una sua più puntuale comprensione.

Tangibili esperienze e vis percipiendi

ARGENTON, ALBERTO
2012

Abstract

Questo saggio riguarda il ruolo della percezione aptica nella fruizione di opere scultoree e prende spunto da una singolare esperienza di fruizione al buio occorsa al suo autore. Sulla base di un breve resoconto di tale esperienza, vengono ‘toccati’ alcuni nodi cruciali della psicologia dell’arte, nella sua tradizione gestaltista e arnheimiana, riguardanti in particolare il costrutto di qualità espressive e quelli di forza e tensione percettive. La rivisitazione di tali costrutti in chiave aptica consente di formulare alcune considerazioni sul comportamento estetico nel dominio dell’arte plastica e di proporre ‘naturalistiche’ linee di ricerca indirizzate ad una sua più puntuale comprensione.
2012
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