Il contributo è dedicato al punto di vista delle bambine e dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze su vari aspetti della quotidianità. Quali sono le loro prospettive, le loro considerazioni, le loro opinioni sulle esperienze che vivono quotidianamente tra pari e con le altre generazioni? Cosa significa dare voci ai bambini, selezionarle, dare loro forma scritta, rappresentarle e comunicarle in una rivista destinata agli adulti? Nel nostro Paese sono ormai diverse le riflessioni e le pubblicazioni dedicate all’ascolto delle voci dei bambini e quasi tutte, se non tutte, presentano riflessioni adulte che, pur partendo dalle pratiche con i bambini, tendono a non riportare direttamente le loro opinioni, le loro rappresentazioni delle diverse forme di ascolto che li coinvolgono. Non che queste voci siano più “vere” di quelle degli adulti; non si è qui alla ricerca dell’autenticità oppure della genuinità interpretativa del mondo sociale che solo degli ingenui potrebbero riconoscere in modo esclusivo ai bambini. Si è invece alla ricerca dei loro punti di vista e della loro diversità rispetto a quelli degli adulti. Come sanno quanti hanno un’esperienza quotidiana con i bambini, le rappresentazioni del mondo da parte di questi sono diverse, a volte molto, molto diverse da quelle proposte dagli adulti. Niente di nuovo, certo, visto che ciò succede anche tra adulti e adulti. Una diversità che non è affatto separatezza, ma che al contempo propone “altre” rappresentazioni da quelle consuete fornite dagli adulti sul mondo dei bambini. Quante volte le loro opinioni ci spiazzano, aprono scenari imprevisti, contribuiscono a dare elementi indispensabili alla comprensione della quotidianità sociale?

Rappresentare le voci dei bambini

BELOTTI, VALERIO
2013

Abstract

Il contributo è dedicato al punto di vista delle bambine e dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze su vari aspetti della quotidianità. Quali sono le loro prospettive, le loro considerazioni, le loro opinioni sulle esperienze che vivono quotidianamente tra pari e con le altre generazioni? Cosa significa dare voci ai bambini, selezionarle, dare loro forma scritta, rappresentarle e comunicarle in una rivista destinata agli adulti? Nel nostro Paese sono ormai diverse le riflessioni e le pubblicazioni dedicate all’ascolto delle voci dei bambini e quasi tutte, se non tutte, presentano riflessioni adulte che, pur partendo dalle pratiche con i bambini, tendono a non riportare direttamente le loro opinioni, le loro rappresentazioni delle diverse forme di ascolto che li coinvolgono. Non che queste voci siano più “vere” di quelle degli adulti; non si è qui alla ricerca dell’autenticità oppure della genuinità interpretativa del mondo sociale che solo degli ingenui potrebbero riconoscere in modo esclusivo ai bambini. Si è invece alla ricerca dei loro punti di vista e della loro diversità rispetto a quelli degli adulti. Come sanno quanti hanno un’esperienza quotidiana con i bambini, le rappresentazioni del mondo da parte di questi sono diverse, a volte molto, molto diverse da quelle proposte dagli adulti. Niente di nuovo, certo, visto che ciò succede anche tra adulti e adulti. Una diversità che non è affatto separatezza, ma che al contempo propone “altre” rappresentazioni da quelle consuete fornite dagli adulti sul mondo dei bambini. Quante volte le loro opinioni ci spiazzano, aprono scenari imprevisti, contribuiscono a dare elementi indispensabili alla comprensione della quotidianità sociale?
2013
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