La riflessione sulla realtà metropolitana di Messina si muove tra visioni suggestive che spesso si intrecciano a retoriche amministrative che scontano quasi sempre la fallacia della politica. Per Messina, per l’area dello Stretto, per la provincia Peloritana, le visioni sono quelle note che hanno riconosciuto, ma in tempi lontani, più che una città metropolitana, alcuni fattori territoriali e le potenzialità di integrazione di un contesto geografico singolare. Si trattava di visioni che avrebbero potuto offrire sviluppi imprevedibili (forse) per un territorio che all’epoca appariva in significativa crescita: è ben nota la suggestione avanzata da Lucio Gambi per lo sviluppo di una «conurbazione dello Stretto» (Gambi, 1965) – frutto di una relazione e complementarietà storiche che andavano rinnovate e sostenute. Così come è certo nota anche la proposta del Progetto ’80 nel 1969 che individuava una specifica conurbazione policentrica di carattere metropolitano (per abitanti, processi di industrializzazione in atto, crescente terziarizzazione e potenziamento di attrezzature ed infrastrutture) nel sistema policentrico Milazzo-Messina-Reggio, una «Conurbazione dello Stretto», classificata come «sistema metropolitano C1» o «alternativo», che avrebbe potuto costituire un nodo nevralgico di connessione e di sviluppo, una centralità nel Mediterraneo. Il saggio ricostruisce il destino di alcune di quelle visioni e le prospettive attuali di costruzione dell'Area Integrata dello Stretto che potrebbe rappresentare un fattore strategico di sviluppo economico e sociale ma soprattutto l'opportunità per la costruzione di uno scenario diverso, innovativo ed alternativo, per il futuro dell'area.

Prospettive per l'Area integrata dello Stretto : dalle suggestioni ad un possibile progetto territoriale

SAVINO, MICHELANGELO
2006

Abstract

La riflessione sulla realtà metropolitana di Messina si muove tra visioni suggestive che spesso si intrecciano a retoriche amministrative che scontano quasi sempre la fallacia della politica. Per Messina, per l’area dello Stretto, per la provincia Peloritana, le visioni sono quelle note che hanno riconosciuto, ma in tempi lontani, più che una città metropolitana, alcuni fattori territoriali e le potenzialità di integrazione di un contesto geografico singolare. Si trattava di visioni che avrebbero potuto offrire sviluppi imprevedibili (forse) per un territorio che all’epoca appariva in significativa crescita: è ben nota la suggestione avanzata da Lucio Gambi per lo sviluppo di una «conurbazione dello Stretto» (Gambi, 1965) – frutto di una relazione e complementarietà storiche che andavano rinnovate e sostenute. Così come è certo nota anche la proposta del Progetto ’80 nel 1969 che individuava una specifica conurbazione policentrica di carattere metropolitano (per abitanti, processi di industrializzazione in atto, crescente terziarizzazione e potenziamento di attrezzature ed infrastrutture) nel sistema policentrico Milazzo-Messina-Reggio, una «Conurbazione dello Stretto», classificata come «sistema metropolitano C1» o «alternativo», che avrebbe potuto costituire un nodo nevralgico di connessione e di sviluppo, una centralità nel Mediterraneo. Il saggio ricostruisce il destino di alcune di quelle visioni e le prospettive attuali di costruzione dell'Area Integrata dello Stretto che potrebbe rappresentare un fattore strategico di sviluppo economico e sociale ma soprattutto l'opportunità per la costruzione di uno scenario diverso, innovativo ed alternativo, per il futuro dell'area.
2006
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