Il d.lgs. 6 settembre 2011, n. 149, reca “Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni” e costituisce l’ottavo decreto di attuazione della l. 5 maggio 2009, n. 42 (in ispecie degli artt. 2, 17 e 26), con la quale il Parlamento ha delegato al Governo, nell’ambito del c.d. federalismo fiscale, la realizzazione concreta dei principi di cui all’art. 119 Cost. Il testo si caratterizza per un certo disequilibrio tra le previsioni a carattere sanzionatorio e quelle di natura premiale a tutto vantaggio delle prime e per uno spiccato interesse del legislatore delegato per i disavanzi sanitari. Notevole è, poi, la scelta di individuare come unici destinatari delle suddette sanzioni gli enti territoriali periferici, dimenticando di porre una disciplina analoga, nel medesimo testo o altrove, per il livello di governo centrale. Inoltre, mentre la scelta di disciplinare le sanzioni e i premi in un unico provvedimento sia per le Regioni sia per gli Enti locali può, al massimo, definirsi inopportuna, criticabile sembra essere l’estensione della disciplina dettata a Regioni a statuto speciale e Province autonome. Questi sono solo alcuni dei profili in relazione ai quali dubbi di legittimità sono stati posti alla Corte costituzionale, le cui decisioni in merito sono attese per il prossimo autunno. In ogni caso la disciplina posta, soprattutto con riferimento all’istituto più importante, ossia quello del c.d. fallimento politico degli organi di vertice della gestione territoriale periferica, è sembrata a molti già poco chiara, a tratti lacunosa, certamente inadeguata a giungere a concreti accertamenti di responsabilità da sanzionare (o premiare) e, dunque, inefficace rispetto all’obiettivo di raggiungere in tempi brevi una buona accountability a livello regionale, in particolare, ma anche provinciale e comunale. La funzione del d.lgs. n. 149/2011 appare, per questo, prevalentemente di marketing, da spendere soprattutto sotto il profilo politico.

Il decreto legislativo c.d. sanzione e premi. Riflessioni critiche in attesa del verdetto della Corte costituzionale

MUTTONI, SILVIA;
2013

Abstract

Il d.lgs. 6 settembre 2011, n. 149, reca “Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni” e costituisce l’ottavo decreto di attuazione della l. 5 maggio 2009, n. 42 (in ispecie degli artt. 2, 17 e 26), con la quale il Parlamento ha delegato al Governo, nell’ambito del c.d. federalismo fiscale, la realizzazione concreta dei principi di cui all’art. 119 Cost. Il testo si caratterizza per un certo disequilibrio tra le previsioni a carattere sanzionatorio e quelle di natura premiale a tutto vantaggio delle prime e per uno spiccato interesse del legislatore delegato per i disavanzi sanitari. Notevole è, poi, la scelta di individuare come unici destinatari delle suddette sanzioni gli enti territoriali periferici, dimenticando di porre una disciplina analoga, nel medesimo testo o altrove, per il livello di governo centrale. Inoltre, mentre la scelta di disciplinare le sanzioni e i premi in un unico provvedimento sia per le Regioni sia per gli Enti locali può, al massimo, definirsi inopportuna, criticabile sembra essere l’estensione della disciplina dettata a Regioni a statuto speciale e Province autonome. Questi sono solo alcuni dei profili in relazione ai quali dubbi di legittimità sono stati posti alla Corte costituzionale, le cui decisioni in merito sono attese per il prossimo autunno. In ogni caso la disciplina posta, soprattutto con riferimento all’istituto più importante, ossia quello del c.d. fallimento politico degli organi di vertice della gestione territoriale periferica, è sembrata a molti già poco chiara, a tratti lacunosa, certamente inadeguata a giungere a concreti accertamenti di responsabilità da sanzionare (o premiare) e, dunque, inefficace rispetto all’obiettivo di raggiungere in tempi brevi una buona accountability a livello regionale, in particolare, ma anche provinciale e comunale. La funzione del d.lgs. n. 149/2011 appare, per questo, prevalentemente di marketing, da spendere soprattutto sotto il profilo politico.
2013
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