L’articolo considera le tre generazioni di architetti del cantone svizzero dei Grigioni che esprimono una produzione riconducibile all’ascetismo minimalista. Si tratta di una scuola impropria che ha in Peter Zumthor il riferimento anziano, in Gion Caminada, Valentin Bearth & Andrea Deplazes, Jürg Conzett e Valerio Olgiati - nati tra la metà degli anni cinquanta e il 1960 - i più noti rappresentanti della generazione di mezzo, in Corinna Menn, Stephan Kurath con Ivano Iseppi, Marisa Feuerstein i più noti architetti di giovane età. Tutti operano prevalentemente nel loro territorio, intorno al capoluogo Chur. Gli architetti dei Grigioni promuovo un’estetica che da un lato comunica la semplicità e l’onestà della struttura e dei materiali e ha radici nel pensiero delle post-avanguardie, dall’altro ricerca la purezza della forma. Sensibili alla tradizione e consapevoli della responsabilità sociale dell’architettura, cercano un sincero confronto con la realtà secondo un’etica del progetto che ha sempre un fine culturale. Esprimono in definitiva un’architettura che non intende stupire, discreta e senza novità, irritata di fronte all’invadenza, che mostrando come materiali e funzionamento delle parti convergono nella forma svolge il proprio ruolo sociale di far crescere la consapevolezza dell’ambiente.

Materia e ascetismo. Tre generazioni nell'area dei Grigioni

PIETROGRANDE, ENRICO
2014

Abstract

L’articolo considera le tre generazioni di architetti del cantone svizzero dei Grigioni che esprimono una produzione riconducibile all’ascetismo minimalista. Si tratta di una scuola impropria che ha in Peter Zumthor il riferimento anziano, in Gion Caminada, Valentin Bearth & Andrea Deplazes, Jürg Conzett e Valerio Olgiati - nati tra la metà degli anni cinquanta e il 1960 - i più noti rappresentanti della generazione di mezzo, in Corinna Menn, Stephan Kurath con Ivano Iseppi, Marisa Feuerstein i più noti architetti di giovane età. Tutti operano prevalentemente nel loro territorio, intorno al capoluogo Chur. Gli architetti dei Grigioni promuovo un’estetica che da un lato comunica la semplicità e l’onestà della struttura e dei materiali e ha radici nel pensiero delle post-avanguardie, dall’altro ricerca la purezza della forma. Sensibili alla tradizione e consapevoli della responsabilità sociale dell’architettura, cercano un sincero confronto con la realtà secondo un’etica del progetto che ha sempre un fine culturale. Esprimono in definitiva un’architettura che non intende stupire, discreta e senza novità, irritata di fronte all’invadenza, che mostrando come materiali e funzionamento delle parti convergono nella forma svolge il proprio ruolo sociale di far crescere la consapevolezza dell’ambiente.
2014
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