L'intervento prende in considerazione la committenza della basilica di S.Antonio di Padova dalla morte del Santo (1231) al 1310, facendo emergere il punto di vista dei francescani, nei suoi intrecci con la componente laica della committenza (il Comune di Padova). Sono ripercorse diverse fasi storiche del contesto padovano e vengono analizzate due narrazioni agiografiche dedicate a sant'Antonio, prodotte dai frati Minori, la "Vita prima" o "Assidua" (1232 ca.) e la "Raymundina" (post 1293). In questi testi sono individuate alcune immagini simboliche che sembrano essere state utilizzate nel progetto architettonico: la città di Padova come "Jerusalem nova" ("Assidua") e come "mons sanctus" ("Raymundina"). Queste immagini possono aver contribuito a definire la forma architettonica anomala del Santo: un impianto basilicale con copertura a cupole, di cui una conica, con richiamo al Santo Sepolcro di Gerusalemme. Queste esigenze comunicative poterono convivere con la scelta di utilizzare come modello architettonico la basilica di S. Marco di Venezia: in tal modo la chiesa del Santo era in grado di comunicare significati simbolici diversi, sia di tipo religioso (la santità "francescana" di Antonio), sia di tipo politico (Antonio come nuovo protettore di Padova).
Le committenze dei cantieri architettonici del Santo di Padova dal 1231 al 1310
BAGGIO, LUCA
2011
Abstract
L'intervento prende in considerazione la committenza della basilica di S.Antonio di Padova dalla morte del Santo (1231) al 1310, facendo emergere il punto di vista dei francescani, nei suoi intrecci con la componente laica della committenza (il Comune di Padova). Sono ripercorse diverse fasi storiche del contesto padovano e vengono analizzate due narrazioni agiografiche dedicate a sant'Antonio, prodotte dai frati Minori, la "Vita prima" o "Assidua" (1232 ca.) e la "Raymundina" (post 1293). In questi testi sono individuate alcune immagini simboliche che sembrano essere state utilizzate nel progetto architettonico: la città di Padova come "Jerusalem nova" ("Assidua") e come "mons sanctus" ("Raymundina"). Queste immagini possono aver contribuito a definire la forma architettonica anomala del Santo: un impianto basilicale con copertura a cupole, di cui una conica, con richiamo al Santo Sepolcro di Gerusalemme. Queste esigenze comunicative poterono convivere con la scelta di utilizzare come modello architettonico la basilica di S. Marco di Venezia: in tal modo la chiesa del Santo era in grado di comunicare significati simbolici diversi, sia di tipo religioso (la santità "francescana" di Antonio), sia di tipo politico (Antonio come nuovo protettore di Padova).Pubblicazioni consigliate
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