Il saggio esamina l’utilità della concezione bourdiesiana dell’habitus per la sociologia delle idee e propone una cassetta degli attrezzi teorica più complessa, basata sul lavoro di Neil Gross (concezione di sé dell’intellettuale) e Peter Sloterdijk (teoria dell’esercizio). Tale concezione dell’habitus viene messa alla prova nel tratteggiare una narrazione di due momenti della carriera di Robert N. Bellah: il costituirsi del suo habitus e della sua concezione di sé come intellettuale negli anni Cinquanta e la genesi del suo ultimo progetto, Religion in Human Evolution, dal punto di vista dell’interazione tra le sfide presentate dal campo delle scienze sociali contemporanee, della sua concezione di sé e delle sue disposizioni e «virtù» di intellettuale.
L’habitus e il suo individuo. Teoria disposizionale dell’azione e virtù dell’intellettuale
BORTOLINI, MATTEO
2014
Abstract
Il saggio esamina l’utilità della concezione bourdiesiana dell’habitus per la sociologia delle idee e propone una cassetta degli attrezzi teorica più complessa, basata sul lavoro di Neil Gross (concezione di sé dell’intellettuale) e Peter Sloterdijk (teoria dell’esercizio). Tale concezione dell’habitus viene messa alla prova nel tratteggiare una narrazione di due momenti della carriera di Robert N. Bellah: il costituirsi del suo habitus e della sua concezione di sé come intellettuale negli anni Cinquanta e la genesi del suo ultimo progetto, Religion in Human Evolution, dal punto di vista dell’interazione tra le sfide presentate dal campo delle scienze sociali contemporanee, della sua concezione di sé e delle sue disposizioni e «virtù» di intellettuale.Pubblicazioni consigliate
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