L’articolo predispone un commento e una traduzione dei due contrafacta della sestina di Arnaut Daniel, ovvero Ben gran avolesa intra di Guilhem de Saint Gregori e En tal dezir mos cors intra di Bartolomeo Zorzi. Per il primo, una vera e propria invettiva contro Aimiers II di Poitiers, si mette in rilievo soprattutto la continua ricontestualizzazione delle immagini di Arnaut (della sestina ma anche di altri componimenti del suo canzoniere) per rivalutare le caratteristiche innovative del testo e le sua qualità. Attraverso una disamina lessicale, l’articolo dimostra poi il profondo rapporto tra la canzone dello Zorzi e il precedente guglielmino. Analizzando in particolare il comune motivo infernale, si propone d’interpretare il testo di Bartolomeo come una risposta alla composizione arnaldiana e alla sua espressione del desiderio carnale. Lo studio si concentra soprattutto sulla relazione tra la pulsione sessuale e il tema della dannazione dell’anima: Zorzi attacca continuamente il ferm voler di Arnaut, condannato evocando il Perceval di Chrétien de Troyes (anche al di là del rinvio esplicito del v. 18) e il suo incessante richiamo ai doveri nei confronti della famiglia.

Guilhem de Saint Gregori, Ben grans avolesa intra (BdT 233.2); Bartolomeo Zorzi, En tal dezir mos cors intra (BdT 74.4)

BAMPA, ALESSANDRO
2014

Abstract

L’articolo predispone un commento e una traduzione dei due contrafacta della sestina di Arnaut Daniel, ovvero Ben gran avolesa intra di Guilhem de Saint Gregori e En tal dezir mos cors intra di Bartolomeo Zorzi. Per il primo, una vera e propria invettiva contro Aimiers II di Poitiers, si mette in rilievo soprattutto la continua ricontestualizzazione delle immagini di Arnaut (della sestina ma anche di altri componimenti del suo canzoniere) per rivalutare le caratteristiche innovative del testo e le sua qualità. Attraverso una disamina lessicale, l’articolo dimostra poi il profondo rapporto tra la canzone dello Zorzi e il precedente guglielmino. Analizzando in particolare il comune motivo infernale, si propone d’interpretare il testo di Bartolomeo come una risposta alla composizione arnaldiana e alla sua espressione del desiderio carnale. Lo studio si concentra soprattutto sulla relazione tra la pulsione sessuale e il tema della dannazione dell’anima: Zorzi attacca continuamente il ferm voler di Arnaut, condannato evocando il Perceval di Chrétien de Troyes (anche al di là del rinvio esplicito del v. 18) e il suo incessante richiamo ai doveri nei confronti della famiglia.
2014
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3033126
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