Il contributo presenta il ragguaglio sintetico di un’indagine sulla figura della più importante attrice goldoniana, e al tempo stesso cerca di delineare un quadro di riferimento metodologico e critico per ogni studio relativo ai comici con cui si confrontò la drammaturgia dell’autore (ma anche quella dei ‘rivali’ Chiari e Gozzi). Un’indagine di tale tipo deve infatti confrontarsi con una pronunciata ristrettezza di fonti primarie e, per converso, con l’esuberanza delle testimonianze lasciateci dall’autore sui ‘suoi’ attori, testimonianze per lo più assunte dalla storiografia teatrale senza il necessario vaglio critico, pur essendo in esse spesso indecifrabili i confini tra ‘vero storico’, ‘invenzione’ e convenzione rappresentativa. Di questa impasse Caterina Bresciani rappresenta un campione paradigmatico: nonostante la sua assoluta centralità nell’universum artistico del commediografo, un fitto mistero continua ad aleggiare attorno alla sua personalità umana e artistica, oscurata tanto dall’assenza di dati documentari certi, quanto dai clichés rappresentativi con cui Goldoni ce ne ha tramandato memoria. Per la prima volta vengono qui rivelati i tratti nascosti dalla ‘maschera di Ircana’, in un percorso che dell’attrice fiorentina accerta l’identità anagrafica, l’origine sociale e il profilo professionale all’atto dell’ingresso sulla ‘scena’ veneziana, le caratteristiche fisiche e recitative, dimostrando l’incidenza che la cosiddetta storia materiale dello spettacolo – nell’incarnato vivo di una specifica individualità interpretativa – rivestì per la fase più decisiva dell’evoluzione drammaturgica goldoniana.

"Caterina Bresciani, chi era costei?". Tragicommedia in tre atti con un prologo ed un epilogo

SCANNAPIECO, ANNA
2014

Abstract

Il contributo presenta il ragguaglio sintetico di un’indagine sulla figura della più importante attrice goldoniana, e al tempo stesso cerca di delineare un quadro di riferimento metodologico e critico per ogni studio relativo ai comici con cui si confrontò la drammaturgia dell’autore (ma anche quella dei ‘rivali’ Chiari e Gozzi). Un’indagine di tale tipo deve infatti confrontarsi con una pronunciata ristrettezza di fonti primarie e, per converso, con l’esuberanza delle testimonianze lasciateci dall’autore sui ‘suoi’ attori, testimonianze per lo più assunte dalla storiografia teatrale senza il necessario vaglio critico, pur essendo in esse spesso indecifrabili i confini tra ‘vero storico’, ‘invenzione’ e convenzione rappresentativa. Di questa impasse Caterina Bresciani rappresenta un campione paradigmatico: nonostante la sua assoluta centralità nell’universum artistico del commediografo, un fitto mistero continua ad aleggiare attorno alla sua personalità umana e artistica, oscurata tanto dall’assenza di dati documentari certi, quanto dai clichés rappresentativi con cui Goldoni ce ne ha tramandato memoria. Per la prima volta vengono qui rivelati i tratti nascosti dalla ‘maschera di Ircana’, in un percorso che dell’attrice fiorentina accerta l’identità anagrafica, l’origine sociale e il profilo professionale all’atto dell’ingresso sulla ‘scena’ veneziana, le caratteristiche fisiche e recitative, dimostrando l’incidenza che la cosiddetta storia materiale dello spettacolo – nell’incarnato vivo di una specifica individualità interpretativa – rivestì per la fase più decisiva dell’evoluzione drammaturgica goldoniana.
2014
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