I ciclidi africani comprendono numerose specie ittiche di elevato valore commerciale sia da un punto di vista alimentare che ornamentale. Diverse di queste specie, alla luce dell’interesse suscitato nel settore dell’acquariofilia, vengono sottoposte a prelievi poco sostenibili in natura e per tale motivo sono oggetto di sperimentazioni volte ad ottimizzarne la riproduzione in cattività ed a consentirne l’allevamento. In particolare i ciclidi africani appartenenti al genere Petrochromis sono di difficile reperimento in natura e presentano difficoltà di gestione in ambiente confinato in quanto le conoscenze relative alla loro biologia sono ancora molto limitate. Altrettanto scarse sono le informazioni inerenti gli agenti patogeni che possono avere effetti negativi sulla salute di questi pesci sia in ambiente selvatico che in acquario. Negli ultimi anni si sono registrati, presso diversi privati, numerosi episodi morbosi con mortalità elevata a carico di esemplari di Petrochromis sp. appartenenti alla prima generazione ottenuta da riproduttori pescati nel Lago Tanganica (Africa orientale). La conduzione degli esami diagnostici nel corso di uno di questi episodi ha permesso di evidenziare, quale agente eziologico primario della malattia, un protozoo flagellato enterico riferibile alla specie Cryptobia iubilans, che si è dimostrato responsabile dell’insorgenza di gravissimi quadri di granulomatosi a livello dello stomaco. L’esame istopatologico ha confermato un quadro severo di gastrite granulomatosa diffusa a livello di sottomucosa con frequente presenza di flagellati all’interno dei granulomi spesso in posizione endocellulare. L’esame batteriologico ha inoltre permesso di isolare Aeromonas sobria a livello sistemico da tutti i pesci esaminati. Il protocollo terapeutico adottato in base ai risultati degli esami condotti, ovvero terapia antibiotica e somministrazione di metronidazolo per via orale, si è dimostrato efficace permettendo di arrestare completamente la mortalità nei gruppi trattati. Alla luce dell’episodio osservato, l’infezione enterica da C. iubilans può essere ritenuta un possibile fattore limitante il mantenimento e la riproduzione in cattività dei ciclidi africani del genere Petrochromis, anche alla luce dei meccanismi di trasmissione diretta per via oro-fecale e dell’elevata patogenicità di questo flagellato. La quarantena e lo screening diagnostico delle nuove immissioni di questi pesci in sistemi chiusi rappresentano quindi misure di biosicurezza utili alla prevenzione della criptiobiosi gastrica.

Cryptobiosi gastrica in ciclidi ornamentali (Petrochromis spp.).

QUAGLIO, FRANCESCO;
2013

Abstract

I ciclidi africani comprendono numerose specie ittiche di elevato valore commerciale sia da un punto di vista alimentare che ornamentale. Diverse di queste specie, alla luce dell’interesse suscitato nel settore dell’acquariofilia, vengono sottoposte a prelievi poco sostenibili in natura e per tale motivo sono oggetto di sperimentazioni volte ad ottimizzarne la riproduzione in cattività ed a consentirne l’allevamento. In particolare i ciclidi africani appartenenti al genere Petrochromis sono di difficile reperimento in natura e presentano difficoltà di gestione in ambiente confinato in quanto le conoscenze relative alla loro biologia sono ancora molto limitate. Altrettanto scarse sono le informazioni inerenti gli agenti patogeni che possono avere effetti negativi sulla salute di questi pesci sia in ambiente selvatico che in acquario. Negli ultimi anni si sono registrati, presso diversi privati, numerosi episodi morbosi con mortalità elevata a carico di esemplari di Petrochromis sp. appartenenti alla prima generazione ottenuta da riproduttori pescati nel Lago Tanganica (Africa orientale). La conduzione degli esami diagnostici nel corso di uno di questi episodi ha permesso di evidenziare, quale agente eziologico primario della malattia, un protozoo flagellato enterico riferibile alla specie Cryptobia iubilans, che si è dimostrato responsabile dell’insorgenza di gravissimi quadri di granulomatosi a livello dello stomaco. L’esame istopatologico ha confermato un quadro severo di gastrite granulomatosa diffusa a livello di sottomucosa con frequente presenza di flagellati all’interno dei granulomi spesso in posizione endocellulare. L’esame batteriologico ha inoltre permesso di isolare Aeromonas sobria a livello sistemico da tutti i pesci esaminati. Il protocollo terapeutico adottato in base ai risultati degli esami condotti, ovvero terapia antibiotica e somministrazione di metronidazolo per via orale, si è dimostrato efficace permettendo di arrestare completamente la mortalità nei gruppi trattati. Alla luce dell’episodio osservato, l’infezione enterica da C. iubilans può essere ritenuta un possibile fattore limitante il mantenimento e la riproduzione in cattività dei ciclidi africani del genere Petrochromis, anche alla luce dei meccanismi di trasmissione diretta per via oro-fecale e dell’elevata patogenicità di questo flagellato. La quarantena e lo screening diagnostico delle nuove immissioni di questi pesci in sistemi chiusi rappresentano quindi misure di biosicurezza utili alla prevenzione della criptiobiosi gastrica.
2013
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