Il saggio, interrogandosi sulla persistenza della nozione di "poetica" nell'ipermodernità, cerca di dar conto delle idee sulla letteratura presenti fra i i prosatori contemporanei, giungendo ad alcune conclusioni provvisorie. Le poetiche costituiscono ancora un campo di forze che, facendo riferimento alla sociologia dei processi culturali di Bourdieu, si potrebbe definire come “capitale simbolico”. Le convergenze e i posizionamenti dei prosatori contemporanei possono essere schematizzati in tre “campi” principali: 1) Le opposizioni fra finzione e non finzione. L'indagine sulla "estremo contemporaneo" mostra come i romanzi d’invenzione e l’identificazione romanzesca mediata dai personaggi siano fatti assai meno periferici di quanto esiga la vulgata corrente. 2) Il rapporto con i modelli e con la tradizione. Sembra tornata l’abitudine degli autori a scegliere con consapevolezza dei modelli e a selezionare il proprio canone: in particolare, un nuovo rapporto con il modernismo, da Faulkner a Kafka, circola fra gli scrittori italiani più recenti, congiuntamente a un oscillante canone della contemporaneità (da DeLillo a Houellebecq, da Easton Ellis a Capote, da Sebald a Munro), attraversato da riferimenti visivi, filmici e mediatici. 3) La riflessione diretta o indiretta sullo spazio, presente in molti autori, rinvia al più generale problema della rappresentazione della realtà. La ricerca intorno agli “effetti di spazialità” messa in atto dai prosatori contemporanei può essere considerata il banco di prova privilegiato per la questione del cosiddetto "ritorno alla realtà". Gli scrittori contemporanei si sono rivolti infatti in gran numero alla rappresentazione dei nonluoghi italiani, utilizzando sia i fortunati generi nonfinzionali sia il romanzo d’invenzione e consentendo una “dicibilità” di fenomeni urbani e antropologici altrimenti sempre più sfuggenti all’analisi delle stesse discipline predisposte a studiarli.

Poetiche e mappe della prosa. Le idee letterarie degli anni Zero

ZINATO, EMANUELE;MARSILIO, MORENA
2015

Abstract

Il saggio, interrogandosi sulla persistenza della nozione di "poetica" nell'ipermodernità, cerca di dar conto delle idee sulla letteratura presenti fra i i prosatori contemporanei, giungendo ad alcune conclusioni provvisorie. Le poetiche costituiscono ancora un campo di forze che, facendo riferimento alla sociologia dei processi culturali di Bourdieu, si potrebbe definire come “capitale simbolico”. Le convergenze e i posizionamenti dei prosatori contemporanei possono essere schematizzati in tre “campi” principali: 1) Le opposizioni fra finzione e non finzione. L'indagine sulla "estremo contemporaneo" mostra come i romanzi d’invenzione e l’identificazione romanzesca mediata dai personaggi siano fatti assai meno periferici di quanto esiga la vulgata corrente. 2) Il rapporto con i modelli e con la tradizione. Sembra tornata l’abitudine degli autori a scegliere con consapevolezza dei modelli e a selezionare il proprio canone: in particolare, un nuovo rapporto con il modernismo, da Faulkner a Kafka, circola fra gli scrittori italiani più recenti, congiuntamente a un oscillante canone della contemporaneità (da DeLillo a Houellebecq, da Easton Ellis a Capote, da Sebald a Munro), attraversato da riferimenti visivi, filmici e mediatici. 3) La riflessione diretta o indiretta sullo spazio, presente in molti autori, rinvia al più generale problema della rappresentazione della realtà. La ricerca intorno agli “effetti di spazialità” messa in atto dai prosatori contemporanei può essere considerata il banco di prova privilegiato per la questione del cosiddetto "ritorno alla realtà". Gli scrittori contemporanei si sono rivolti infatti in gran numero alla rappresentazione dei nonluoghi italiani, utilizzando sia i fortunati generi nonfinzionali sia il romanzo d’invenzione e consentendo una “dicibilità” di fenomeni urbani e antropologici altrimenti sempre più sfuggenti all’analisi delle stesse discipline predisposte a studiarli.
2015
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3170531
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