Ripartire da Tecraso

Il saggio intende valorizzare Le mosche del capitale (1989) di Paolo Volponi come uno dei romanzi più rilevanti della letteratura italiana di fine secolo. Se una parte della critica ha sottolineato in questo libro la rappresentazione allegorica (Luperini) e post-umana (Mobili) della realtà contemporanea e la prefigurazione del dominio assoluto del capitale finanziario (Raffaeli), altri interpreti, viceversa, ne hanno evidenziato il disegno ideologico troppo scoperto e l’attardata riproposizione di fabbriche e operai in un mondo postindustriale (Zorzi, Coletti). Accogliendo la sfida dei detrattori, per valorizzare l’opera si tenta di avanzare un ’ipotesi interpretativa incentrata sulla rilevanza del personaggio operaio Antonino Tecraso, finora trascurato dlle letture del romanzo, e sulla centralità della strategia retorica dell'esagerazione e dell’iperbole che funziona, nel testo, in senso epico e realistico in coincidenza con le rappresentazioni della sconfitta della classe operaia.