L'articolo scientifico offre una nuova interpretazione della cupola del sacello di S. Prosdocimo in Santa Giustina a Padova. Considerandola fino ad oggi come una copia del perduto mosaico di VI secolo, eseguito imitando altre composizioni radiali come i mosaici della cupola del battistero neoniano oppure quelli della Rotonda di San Giorgio a Salonicco, gli studiosi hanno trascurato alcuni importanti elementi. A parte i curiosi errori, come il numero degli apostoli disposti attorno al Cristo Trionfante, è stata del tutto negletta la posizione in cui è disposto il Cristo, la cui figura può essere letta correttamente solo entrando attraverso l'apertura cinquecentesca. Durante il Cinquecento infatti, l'abate ha demolito il mosaico per rinnovare la cappella annerita dal fumo delle candele e danneggiata dalle infiltrazioni d'acqua. In clima controriformato ha chiesto ai pittori di Chioggia di riprodurre lo schema compositivo paleocristiano, ma certamente il mosaico non è stato copiato in modo pedissequo, ne, tantomeno, risultava ancora presente sotto gli intonaci dipinti. Si tratta piuttosto di un caso di spolia concettuale, dimostrato da altri fattori. Intanto le fonti antiche, precedenti alle demolizioni, non parlano di apostoli, ma di verdi prati del paradiso, mentre dichiarano che gli apostoli erano "insculti". La presenza di lacerti di intonaco dipinto permette di ipotizzare che quello della ripresa iconografica del mosaico originale sia un mito storiografico. Forse gli apostoli erano realizzati in stucco, magari nella forma di imagines clipeatae, come consueto nel VI secolo. the dome of the neonian baptistery, in Ravenna, or other eastern similar layouts (Saint George and Saint Sophia in Thessaloniki). Today it is possible to reconsider this artistic transfer. In fact the modern frescoes are connected with the artistic renovatio of the martyrial space wanted by the abbot of the Benedictine Abbey of Saint Justine, during the years of the Council of Trent (1545-63). There is another reason which should be considered about the presence of the mosaic with the Apostles in the Early Christian dome. In fact a literary source of 1619 testifies that the Apostles were “insculpti”, which means “done in relief ”. The archaeometrical analysis realized on a piece of white and fine mortar has demonstrated the presence of stucco in the chapel.

Transfert artistici nell’alto Adriatico. Nuove ipotesi sul sacello di San Prosdocimo a Padova

CANTONE, VALENTINA
2016

Abstract

L'articolo scientifico offre una nuova interpretazione della cupola del sacello di S. Prosdocimo in Santa Giustina a Padova. Considerandola fino ad oggi come una copia del perduto mosaico di VI secolo, eseguito imitando altre composizioni radiali come i mosaici della cupola del battistero neoniano oppure quelli della Rotonda di San Giorgio a Salonicco, gli studiosi hanno trascurato alcuni importanti elementi. A parte i curiosi errori, come il numero degli apostoli disposti attorno al Cristo Trionfante, è stata del tutto negletta la posizione in cui è disposto il Cristo, la cui figura può essere letta correttamente solo entrando attraverso l'apertura cinquecentesca. Durante il Cinquecento infatti, l'abate ha demolito il mosaico per rinnovare la cappella annerita dal fumo delle candele e danneggiata dalle infiltrazioni d'acqua. In clima controriformato ha chiesto ai pittori di Chioggia di riprodurre lo schema compositivo paleocristiano, ma certamente il mosaico non è stato copiato in modo pedissequo, ne, tantomeno, risultava ancora presente sotto gli intonaci dipinti. Si tratta piuttosto di un caso di spolia concettuale, dimostrato da altri fattori. Intanto le fonti antiche, precedenti alle demolizioni, non parlano di apostoli, ma di verdi prati del paradiso, mentre dichiarano che gli apostoli erano "insculti". La presenza di lacerti di intonaco dipinto permette di ipotizzare che quello della ripresa iconografica del mosaico originale sia un mito storiografico. Forse gli apostoli erano realizzati in stucco, magari nella forma di imagines clipeatae, come consueto nel VI secolo. the dome of the neonian baptistery, in Ravenna, or other eastern similar layouts (Saint George and Saint Sophia in Thessaloniki). Today it is possible to reconsider this artistic transfer. In fact the modern frescoes are connected with the artistic renovatio of the martyrial space wanted by the abbot of the Benedictine Abbey of Saint Justine, during the years of the Council of Trent (1545-63). There is another reason which should be considered about the presence of the mosaic with the Apostles in the Early Christian dome. In fact a literary source of 1619 testifies that the Apostles were “insculpti”, which means “done in relief ”. The archaeometrical analysis realized on a piece of white and fine mortar has demonstrated the presence of stucco in the chapel.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3191154
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