Il sistema scheletrico è la terza sede più frequente di localizzazione metastatica dopo fegato e polmone. Le metastasi ossee da carcinoma rappresentano una pa- tologia ad elevato rilievo sociale, per la loro frequenza e per l’impatto sulla prognosi e qualità di vita del paziente oncologico. La loro incidenza è in continuo aumento a causa del prolungamento della vita media, della diagnosi precoce oncologica dovuta alla prevenzione secondaria e per i progressivi miglioramenti dei trattamenti delle neoplasie localizzate ed avanzate. Le diverse modalità di presentazione (in fase terminale o in apparente benessere, singole o multiple, in sedi sottoposte o meno al carico) rende il trattamento delle metastasi ossee complesso e richiede un approccio multidisciplinare. I principali tumori primitivi ad alto rischio per localizzazione metastatica allo scheletro sono rappresentati da carcinomi, in particolare da prostata, mammella, rene, polmone e tiroide. In Canada e negli USA, circa il 50% dei pazienti con carcinomi invasivi presentano nel corso della loro vita metastasi ossee. L’American Cancer Society, in uno studio relativo alla popolazione degli Stati Uniti nel 2006 e 2007, ha stimato una incidenza di 1,4 milioni di nuovi casi di tumore l’anno, ed in più del 30% dei casi sono state riscontrate lesioni metastatiche a livello osseo. Le lesioni metastatiche interessano più frequentemente il rachide, seguito dal bacino ed ossa lunghe. Nella casistica dell’Istituto Rizzoli sono infatti state regi- strate 833 metastasi al bacino che rappresentano il 18,8% di tutte le lesioni ossee osservate: 599 (12,6%) in sede iliaca, 80 (1,8%) nell’ischio e 53 (1,2%) nel pube. Le metastasi pelviche divengono sintomatiche tardivamente con dolore, limitazione alla deambulazione o sintomi da compressione endopelvica, mentre più frequentemente vengono diagnosticate durante la stadiazione o il follow-up del paziente oncologico, attraverso la scintigrafia total-body con tecnezio, la tomografia ad emissione di positroni con 19-Fluoro-desossiglucosio (PET) e la tomografia computerizzata (TC). Numerose sono le strategie attuali a disposizione degli specialisti che trattano lesioni metastatiche ossee del bacino. L’approccio terapeutico per le lesioni del bacino prevede una combinazione di trattamenti locali e sistemici (radioterapia, chemioterapia, altri trattamenti palliativi o sintomatici) ed in tale contesto è importante definire quali pazienti richiedono un intervento chirurgico, con quale tecnica ricostruttiva e con quale tempistica. Obiettivo del presente lavoro è di presentare un algoritmo di trattamento del paziente affetto da metastasi del bacino al fine di agevolare l’iter terapeutico da parte di tutti gli attori del team multidisciplinare, e definire le indicazioni al trattamento chirurgico dei pazienti con malattia metastatica del bacino attraverso un’adeguata revisione della letteratura e l’esperienza di centri di riferimento.

Linee Guida SIOT ed algoritmo di trattamento nelle localizzazioni metastatiche del bacino

RUGGIERI, PIETRO;Angelini, Andrea;TROVARELLI, GIULIA;
2017

Abstract

Il sistema scheletrico è la terza sede più frequente di localizzazione metastatica dopo fegato e polmone. Le metastasi ossee da carcinoma rappresentano una pa- tologia ad elevato rilievo sociale, per la loro frequenza e per l’impatto sulla prognosi e qualità di vita del paziente oncologico. La loro incidenza è in continuo aumento a causa del prolungamento della vita media, della diagnosi precoce oncologica dovuta alla prevenzione secondaria e per i progressivi miglioramenti dei trattamenti delle neoplasie localizzate ed avanzate. Le diverse modalità di presentazione (in fase terminale o in apparente benessere, singole o multiple, in sedi sottoposte o meno al carico) rende il trattamento delle metastasi ossee complesso e richiede un approccio multidisciplinare. I principali tumori primitivi ad alto rischio per localizzazione metastatica allo scheletro sono rappresentati da carcinomi, in particolare da prostata, mammella, rene, polmone e tiroide. In Canada e negli USA, circa il 50% dei pazienti con carcinomi invasivi presentano nel corso della loro vita metastasi ossee. L’American Cancer Society, in uno studio relativo alla popolazione degli Stati Uniti nel 2006 e 2007, ha stimato una incidenza di 1,4 milioni di nuovi casi di tumore l’anno, ed in più del 30% dei casi sono state riscontrate lesioni metastatiche a livello osseo. Le lesioni metastatiche interessano più frequentemente il rachide, seguito dal bacino ed ossa lunghe. Nella casistica dell’Istituto Rizzoli sono infatti state regi- strate 833 metastasi al bacino che rappresentano il 18,8% di tutte le lesioni ossee osservate: 599 (12,6%) in sede iliaca, 80 (1,8%) nell’ischio e 53 (1,2%) nel pube. Le metastasi pelviche divengono sintomatiche tardivamente con dolore, limitazione alla deambulazione o sintomi da compressione endopelvica, mentre più frequentemente vengono diagnosticate durante la stadiazione o il follow-up del paziente oncologico, attraverso la scintigrafia total-body con tecnezio, la tomografia ad emissione di positroni con 19-Fluoro-desossiglucosio (PET) e la tomografia computerizzata (TC). Numerose sono le strategie attuali a disposizione degli specialisti che trattano lesioni metastatiche ossee del bacino. L’approccio terapeutico per le lesioni del bacino prevede una combinazione di trattamenti locali e sistemici (radioterapia, chemioterapia, altri trattamenti palliativi o sintomatici) ed in tale contesto è importante definire quali pazienti richiedono un intervento chirurgico, con quale tecnica ricostruttiva e con quale tempistica. Obiettivo del presente lavoro è di presentare un algoritmo di trattamento del paziente affetto da metastasi del bacino al fine di agevolare l’iter terapeutico da parte di tutti gli attori del team multidisciplinare, e definire le indicazioni al trattamento chirurgico dei pazienti con malattia metastatica del bacino attraverso un’adeguata revisione della letteratura e l’esperienza di centri di riferimento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3217122
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