Red Skin, White Masks è uno di quei volumi che lasciano il segno, sia per la forza argomentativa che per l’eleganza della retorica. Il titolo, chiaro omaggio dell’opera di Frantz Fanon, Peau noire, masques blancs, allerta immediatamente il lettore aprendo uno scenario in cui la dialettica servo-padrone, baluardo delle politiche di riconoscimento, abdica a favore del mantenimento dello status quo coloniale: “Ciò che (il padrone) vuole dallo schiavo non è il riconoscimento, ma il lavoro”, scriveva il filosofo martinicano nel 1952.
G.S. Coulthard, Red Skin White Masks
STENGHEL, CHIARA
2016
Abstract
Red Skin, White Masks è uno di quei volumi che lasciano il segno, sia per la forza argomentativa che per l’eleganza della retorica. Il titolo, chiaro omaggio dell’opera di Frantz Fanon, Peau noire, masques blancs, allerta immediatamente il lettore aprendo uno scenario in cui la dialettica servo-padrone, baluardo delle politiche di riconoscimento, abdica a favore del mantenimento dello status quo coloniale: “Ciò che (il padrone) vuole dallo schiavo non è il riconoscimento, ma il lavoro”, scriveva il filosofo martinicano nel 1952.File in questo prodotto:
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