L'inserto di gioielli nel fregio della pagina con la Crocifissione del Messale di Barbara di Brandeburgo (Mantova, Capitolo del Duomo, senza segnatura, f. 182v) è una delle invenzioni caratterizzanti lo stile di Girolamo da Cremona, destinata a essere replicata con infinite variazioni dagli epigoni e dal maestro stesso, conoscendo particolare fortuna nell'ultimo ventennio del XV secolo e nei primi dieci anni del successivo. La decorazione miniata dei libri d'ore fiamminghi della scuola di Gand-Bruges presenta nello stesso torno d'anni l'inserimento di monili preziosi all'interno dei fregi. Un confronto sistematico tra le miniature di quest'ambito e quelle coeve italiane ha dato modo di appurare il dialogo stilistico presente fra i miniatori di entrambi i paesi, individuando differenze locali all'interno del comune gusto per l'elemento prezioso. Il motivo decorativo ha origine in ambiente fiammingo, a partire da un reale contatto di elementi preziosi con le pagine dei libri, tradotti dai miniatori in raffigurazioni trompe-l'œil che in molti casi si spingono fino a rappresentare le ombre riportate dai monili sulla pagine, o gli spilloni con i quali sono fittivamente appesi a esse. La disposizione di gioielli e souvenir di pellegrinaggio all'interno delle pagine dei libri d'ore fiamminghi suggerisce una comune destinazione nel coadiuvare la meditazione del fedele attraverso una stimolazione visiva, basata sull'applicazione di mnemotecniche nel contesto della preghiera. L'importanza dello studio di questo tipo di decorazione risiede inoltre nella possibilità di confronti con gioielli arrivati ai nostri giorni, raffigurazioni di preziosi visibili nella pittura coeva e descrizioni di monili riscontrate in inventari e altri documenti scritti. L'analisi sistematica di tali fonti in relazione alle miniature fiamminghe è stata in grado di dimostrare una diffusa pratica di copia di oggetti realmente esistiti da parte dei miniatori. I fregi in oggetto si connotano perciò quali preziosissime testimonianze per la storia dell'oreficeria, in quanto riproducono i gioielli come si presentavano al momento della loro realizzazione, privi di rifacimenti e aggiunte. La produzione dei miniatori italiani si colloca all'interno di un diverso sostrato culturale, che li porta spesso a rappresentare preziosi di fantasia, pur con alcune eccezioni di riguardo, in particolar modo per quanto concerne i cammei. Se infatti in ambito fiammingo i gioielli appaiono solamente all'interno dei libri d'ore, in Italia la tendenza aurificiaria dilaga in volumi di ogni genere e argomento, inglobando elementi di richiamo all'antichità classica.

Il gusto per l'oreficeria dipinta nella decorazione libraria di XV e XVI secolo. Affinità e differenze tra miniature italiane e di area fiamminga.

FRANZON, SERENA
2017

Abstract

L'inserto di gioielli nel fregio della pagina con la Crocifissione del Messale di Barbara di Brandeburgo (Mantova, Capitolo del Duomo, senza segnatura, f. 182v) è una delle invenzioni caratterizzanti lo stile di Girolamo da Cremona, destinata a essere replicata con infinite variazioni dagli epigoni e dal maestro stesso, conoscendo particolare fortuna nell'ultimo ventennio del XV secolo e nei primi dieci anni del successivo. La decorazione miniata dei libri d'ore fiamminghi della scuola di Gand-Bruges presenta nello stesso torno d'anni l'inserimento di monili preziosi all'interno dei fregi. Un confronto sistematico tra le miniature di quest'ambito e quelle coeve italiane ha dato modo di appurare il dialogo stilistico presente fra i miniatori di entrambi i paesi, individuando differenze locali all'interno del comune gusto per l'elemento prezioso. Il motivo decorativo ha origine in ambiente fiammingo, a partire da un reale contatto di elementi preziosi con le pagine dei libri, tradotti dai miniatori in raffigurazioni trompe-l'œil che in molti casi si spingono fino a rappresentare le ombre riportate dai monili sulla pagine, o gli spilloni con i quali sono fittivamente appesi a esse. La disposizione di gioielli e souvenir di pellegrinaggio all'interno delle pagine dei libri d'ore fiamminghi suggerisce una comune destinazione nel coadiuvare la meditazione del fedele attraverso una stimolazione visiva, basata sull'applicazione di mnemotecniche nel contesto della preghiera. L'importanza dello studio di questo tipo di decorazione risiede inoltre nella possibilità di confronti con gioielli arrivati ai nostri giorni, raffigurazioni di preziosi visibili nella pittura coeva e descrizioni di monili riscontrate in inventari e altri documenti scritti. L'analisi sistematica di tali fonti in relazione alle miniature fiamminghe è stata in grado di dimostrare una diffusa pratica di copia di oggetti realmente esistiti da parte dei miniatori. I fregi in oggetto si connotano perciò quali preziosissime testimonianze per la storia dell'oreficeria, in quanto riproducono i gioielli come si presentavano al momento della loro realizzazione, privi di rifacimenti e aggiunte. La produzione dei miniatori italiani si colloca all'interno di un diverso sostrato culturale, che li porta spesso a rappresentare preziosi di fantasia, pur con alcune eccezioni di riguardo, in particolar modo per quanto concerne i cammei. Se infatti in ambito fiammingo i gioielli appaiono solamente all'interno dei libri d'ore, in Italia la tendenza aurificiaria dilaga in volumi di ogni genere e argomento, inglobando elementi di richiamo all'antichità classica.
2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3219075
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