ITA Con l’avvento della politica ecclesiastica di Carlo Magno, si avviò un processo di riduzione dei molteplici riti delle liturgie locali e delle rispettive tradizioni meliche. Per quanto la diffrazione rituale continuò a esistere e a essere accettata, la liturgia delle Chiese d’occidente andò progressivamente allineandosi attorno al rito e al canto romano-franco. Tale processo fu non privo di difficoltà e resistenze soprattutto all’interno di quelle liturgie che, come la Chiesa ravennate, scontavano un forte debito storico verso oriente. Il presente articolo ricostruisce il legame della Chiesa di Ravenna con l’altra sponda dell’Adriatico a partire dai miti d’origine: ripercorre la storia dell’edificazione religiosa legata al culto orientale, introdotto principalmente dalle devozioni particolari della famiglia imperiale; registra la presenza di santi di tradizione orientale nel calendario dei manoscritti liturgico-musicali a cominciare dal secolo IX così come la presenza di riti orientali dall’XI secolo; inoltre propone, come tracce di questa permanenza, i testi in greco, e alcuni in latino, intonati per le celebrazioni della Pasqua e della Settimana santa. Mediante la collazione di fonti di tradizione franca occidentale e orientale, rileva per la prima volta alcune peculiarità dei brani “greci” presenti nei testimoni ravennati e attesta come nel XII secolo la relazione tra la Chiesa orientale e quella ravennate fosse ancora viva nella tradizione musicale. ENG With the advent of the ecclesiastical reform of Charlemagne, a process of reduction of the multiple rites of the local liturgies and their respective melic traditions began. As much as ritual diffraction continued to exist and be accepted, the liturgy of the Western Churches progressively aligned itself around the so-called Roman rite and Gregorian chant. This process was hardly accepted especially by the places which had strong historical connections with the Eastern liturgy. The Church of Ravenna is a case in point. This paper sheds new light on the relationships between the Church of Ravenna, the liturgy and cults on the other side of the Adriatic Sea. First, I brought attention to some religious buildings which were linked to the Eastern cult and to the devotions of the imperial family; secondly, I documented the presence of the Eastern saints in Ravenna liturgical calendar since the 9th century, as well as the presence of Eastern rites in musical manuscripts since the 11th century. Furthermore, I examined some Greek and Latin texts, tuned for the celebrations of Easter and the Holy Week, which are traces of the Eastern tradition. Through the collation of Frankish sources of the Western and Eastern tradition, I highlighted for the first time, some peculiarities of the "Greek" pieces present in the Ravenna witnesses and I attested that in the 12th century the relationship between the Church of the East and the Church of Ravenna was still remembered in the local musical tradition.
Memorie orientali nella tradizione liturgico-musicale della Chiesa ravennate nei secoli XI-XII
DESSI', PAOLA
2020
Abstract
ITA Con l’avvento della politica ecclesiastica di Carlo Magno, si avviò un processo di riduzione dei molteplici riti delle liturgie locali e delle rispettive tradizioni meliche. Per quanto la diffrazione rituale continuò a esistere e a essere accettata, la liturgia delle Chiese d’occidente andò progressivamente allineandosi attorno al rito e al canto romano-franco. Tale processo fu non privo di difficoltà e resistenze soprattutto all’interno di quelle liturgie che, come la Chiesa ravennate, scontavano un forte debito storico verso oriente. Il presente articolo ricostruisce il legame della Chiesa di Ravenna con l’altra sponda dell’Adriatico a partire dai miti d’origine: ripercorre la storia dell’edificazione religiosa legata al culto orientale, introdotto principalmente dalle devozioni particolari della famiglia imperiale; registra la presenza di santi di tradizione orientale nel calendario dei manoscritti liturgico-musicali a cominciare dal secolo IX così come la presenza di riti orientali dall’XI secolo; inoltre propone, come tracce di questa permanenza, i testi in greco, e alcuni in latino, intonati per le celebrazioni della Pasqua e della Settimana santa. Mediante la collazione di fonti di tradizione franca occidentale e orientale, rileva per la prima volta alcune peculiarità dei brani “greci” presenti nei testimoni ravennati e attesta come nel XII secolo la relazione tra la Chiesa orientale e quella ravennate fosse ancora viva nella tradizione musicale. ENG With the advent of the ecclesiastical reform of Charlemagne, a process of reduction of the multiple rites of the local liturgies and their respective melic traditions began. As much as ritual diffraction continued to exist and be accepted, the liturgy of the Western Churches progressively aligned itself around the so-called Roman rite and Gregorian chant. This process was hardly accepted especially by the places which had strong historical connections with the Eastern liturgy. The Church of Ravenna is a case in point. This paper sheds new light on the relationships between the Church of Ravenna, the liturgy and cults on the other side of the Adriatic Sea. First, I brought attention to some religious buildings which were linked to the Eastern cult and to the devotions of the imperial family; secondly, I documented the presence of the Eastern saints in Ravenna liturgical calendar since the 9th century, as well as the presence of Eastern rites in musical manuscripts since the 11th century. Furthermore, I examined some Greek and Latin texts, tuned for the celebrations of Easter and the Holy Week, which are traces of the Eastern tradition. Through the collation of Frankish sources of the Western and Eastern tradition, I highlighted for the first time, some peculiarities of the "Greek" pieces present in the Ravenna witnesses and I attested that in the 12th century the relationship between the Church of the East and the Church of Ravenna was still remembered in the local musical tradition.Pubblicazioni consigliate
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