Nel libro IV, capp. 16-17 del «De trinitate», Agostino replica ad alcuni filosofi neoplatonici che criticavano la fede cristiana nella risurrezione della carne in nome della loro conoscenza delle ragioni eterne. Egli riconosce che questi filosofi hanno percepito l’esistenza di ragioni eterne di tutte le cose nella sapienza di Dio, ma sostiene che essi furono incapaci di conoscere le cose sensibili e temporali senza ricorrere all’esperienza e alla storia. Secondo Agostino, è a causa della superbia e della mancanza di purificazione mediante la fede che le menti dei filosofi furono inadatte a vedere cose future, come la risurrezione, direttamente in Dio, nel quale tutte le cose sono eternamente presenti in quanto conosciute. Al contrario, sia ai profeti che ai santi è stata data la possibilità di preconoscere il futuro: rispettivamente per rivelazione tramite gli angeli o direttamente in Dio. Ciò mostra che, nell’opinione di Agostino, l’incapacità di conoscere le cose temporali contemplando le loro cause eterne nella sapienza di Dio è dovuta più a corruzione morale che a limiti naturali dei poteri conoscitivi dell’uomo.

Inidonei a vedere il futuro in Dio. La critica di Agostino ai filosofi nel libro IV del «De trinitate»

Giovanni Catapano
2016

Abstract

Nel libro IV, capp. 16-17 del «De trinitate», Agostino replica ad alcuni filosofi neoplatonici che criticavano la fede cristiana nella risurrezione della carne in nome della loro conoscenza delle ragioni eterne. Egli riconosce che questi filosofi hanno percepito l’esistenza di ragioni eterne di tutte le cose nella sapienza di Dio, ma sostiene che essi furono incapaci di conoscere le cose sensibili e temporali senza ricorrere all’esperienza e alla storia. Secondo Agostino, è a causa della superbia e della mancanza di purificazione mediante la fede che le menti dei filosofi furono inadatte a vedere cose future, come la risurrezione, direttamente in Dio, nel quale tutte le cose sono eternamente presenti in quanto conosciute. Al contrario, sia ai profeti che ai santi è stata data la possibilità di preconoscere il futuro: rispettivamente per rivelazione tramite gli angeli o direttamente in Dio. Ciò mostra che, nell’opinione di Agostino, l’incapacità di conoscere le cose temporali contemplando le loro cause eterne nella sapienza di Dio è dovuta più a corruzione morale che a limiti naturali dei poteri conoscitivi dell’uomo.
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