Il lavoro si prefigge di esaminare gli istituti del raccordo tra Amministrazioni disciplinati dalle ‘riforme Madia’ alla luce di un principio dell’ordinamento che ha trovato importanti teorizzazioni sul versante costituzionalistico – il principio di leale collaborazione tra soggetti pubblici – ma non altrettanto dal punto di vista amministrativistico. Studiare il silenzio assenso tra amministrazioni e le conferenze di servizi nella prospettiva del rispetto di un principio che lo stesso giudice amministrativo definisce come ‘immanente al sistema’, ma utilizza al più come clausola residuale in sede di sindacato sul coordinamento tra enti pubblici, offre l’occasione per una riflessione sulla portata della leale collaborazione, a partire dalle relazioni codificate tra Amministrazioni, finora assente nella dottrina amministrativistica. Ciò permette di evidenziare l’autonomia e il peso che può assumere siffatto principio, specialmente a fronte di una politica legislativa di semplificazione sempre più incisiva, nella quale la garanzia degli interessi cd. sensibili nelle decisioni pluristrutturate viene sempre più sacrificata, e a fronte della quale è la capacità espansiva che i principi presentano a contatto col caso concreto a poter (cercare di) assicurare un bilanciamento degli interessi in gioco. All’esito di questo lavoro risulteranno in modo più chiaro le potenzialità del principio di leale collaborazione, valorizzato nelle sue due componenti, lealtà e cooperazione, e la sua capacità di porsi come autonomo canone di legittimità delle relazioni tra Amministrazioni, non soltanto da un punto di vista formale ma anche sostanziale.
Leale collaborazione e raccordo tra amministrazioni: su un principio del sistema a margine della riforma Madia
Patrizia Marzaro
2017
Abstract
Il lavoro si prefigge di esaminare gli istituti del raccordo tra Amministrazioni disciplinati dalle ‘riforme Madia’ alla luce di un principio dell’ordinamento che ha trovato importanti teorizzazioni sul versante costituzionalistico – il principio di leale collaborazione tra soggetti pubblici – ma non altrettanto dal punto di vista amministrativistico. Studiare il silenzio assenso tra amministrazioni e le conferenze di servizi nella prospettiva del rispetto di un principio che lo stesso giudice amministrativo definisce come ‘immanente al sistema’, ma utilizza al più come clausola residuale in sede di sindacato sul coordinamento tra enti pubblici, offre l’occasione per una riflessione sulla portata della leale collaborazione, a partire dalle relazioni codificate tra Amministrazioni, finora assente nella dottrina amministrativistica. Ciò permette di evidenziare l’autonomia e il peso che può assumere siffatto principio, specialmente a fronte di una politica legislativa di semplificazione sempre più incisiva, nella quale la garanzia degli interessi cd. sensibili nelle decisioni pluristrutturate viene sempre più sacrificata, e a fronte della quale è la capacità espansiva che i principi presentano a contatto col caso concreto a poter (cercare di) assicurare un bilanciamento degli interessi in gioco. All’esito di questo lavoro risulteranno in modo più chiaro le potenzialità del principio di leale collaborazione, valorizzato nelle sue due componenti, lealtà e cooperazione, e la sua capacità di porsi come autonomo canone di legittimità delle relazioni tra Amministrazioni, non soltanto da un punto di vista formale ma anche sostanziale.File | Dimensione | Formato | |
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