A soli trent'anni, allorché fu costretto a lasciare l'insegnamento universitario per aver rifiutato di prestare il giuramento di fedeltà al regime fascista, Edoardo Ruffini aveva già interamente compiuto il tratto più originale e fecondo della sua esperienza di ricerca scientifica. Consumata in quattro anni, tra il 1924 e il 1927, attorno a un unico tema d'indagine è la storia del principio maggioritario: essa rappresenta ancor oggi una testimonianza affatto isolata nel panorama della storiografia giuridica italiana. L'intervento, dopo una breve ricostruzione della biografia intellettuale dell'autore, ne ripercorre gli spunti di maggiore interesse per una storia del pensiero politico e delle istituzioni del medioevo italiano: periodo che Edoardo Ruffini riconosce come fondamentale nello sviluppo delle dinamiche che consentirono al principio maggioritario di affermarsi, prima ancora che come norma giuridica, come pratica di azione politica su altri modi di deliberazione, sia in ambito ecclesiastico, sia, e fin dalle prime sue autonome attestazioni, in quello laico delle assemblee e dei consolati comunali.

Profilo di Edoardo Ruffini

DE ANGELIS G
2010

Abstract

A soli trent'anni, allorché fu costretto a lasciare l'insegnamento universitario per aver rifiutato di prestare il giuramento di fedeltà al regime fascista, Edoardo Ruffini aveva già interamente compiuto il tratto più originale e fecondo della sua esperienza di ricerca scientifica. Consumata in quattro anni, tra il 1924 e il 1927, attorno a un unico tema d'indagine è la storia del principio maggioritario: essa rappresenta ancor oggi una testimonianza affatto isolata nel panorama della storiografia giuridica italiana. L'intervento, dopo una breve ricostruzione della biografia intellettuale dell'autore, ne ripercorre gli spunti di maggiore interesse per una storia del pensiero politico e delle istituzioni del medioevo italiano: periodo che Edoardo Ruffini riconosce come fondamentale nello sviluppo delle dinamiche che consentirono al principio maggioritario di affermarsi, prima ancora che come norma giuridica, come pratica di azione politica su altri modi di deliberazione, sia in ambito ecclesiastico, sia, e fin dalle prime sue autonome attestazioni, in quello laico delle assemblee e dei consolati comunali.
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