Con il presente lavoro l’A. si prefigge di indagare se il nostro sistema accoglie un generale principio di buona fede o lealtà nell’esecuzione delle obbligazioni (contrattuali o legali) di composizione stragiudiziale delle liti e se ad esso corrisponde un dovere adeguatamente e coerentemente sanzionato all’interno del processo, posto che, anche alla luce della riserva di legge prevista all’art. 111 cost., le soluzioni apprestate dovrebbero essere nitidamente predisposte e agevolmente conoscibili dai litiganti. Sommario: 1. La crescente diffusione e incentivazione delle tecniche ADR e l’erosione del principio di priorità della giurisdizione statale: il ricorso all’autorità giudiziaria come extrema ratio? – 2. La diversa pregnanza della clausola di buona fede nel diritto civile e nel diritto processuale civile. – 3. La disciplina rinvenibile nel codice di rito: a) Il dovere di lealtà e probità ex art. 88 c.p.c. ed altre disposizioni ad esso collegate. – 4. b) La regolamentazione in tema di condanna alle spese e responsabilità per lite temeraria, anche alla luce delle nuove annunciate modifiche (d.d.l. S. 2284). – 5. Le norme speciali volte a sanzionare il comportamento scorretto nelle procedure di composizione alternativa delle liti. – 6. Sintetico sguardo d’insieme sulla disciplina della tutela della buona fede processuale. – 7. Riflessioni conclusive intorno alla “superfluità” del concetto di abuso del processo e sui limiti alla discrezionalità del giudice nel garantire lo svolgimento leale del procedimento

La tutela della buona fede negli obblighi (convenzionali e legali) di composizione alternativa delle liti

B. Zuffi
2017

Abstract

Con il presente lavoro l’A. si prefigge di indagare se il nostro sistema accoglie un generale principio di buona fede o lealtà nell’esecuzione delle obbligazioni (contrattuali o legali) di composizione stragiudiziale delle liti e se ad esso corrisponde un dovere adeguatamente e coerentemente sanzionato all’interno del processo, posto che, anche alla luce della riserva di legge prevista all’art. 111 cost., le soluzioni apprestate dovrebbero essere nitidamente predisposte e agevolmente conoscibili dai litiganti. Sommario: 1. La crescente diffusione e incentivazione delle tecniche ADR e l’erosione del principio di priorità della giurisdizione statale: il ricorso all’autorità giudiziaria come extrema ratio? – 2. La diversa pregnanza della clausola di buona fede nel diritto civile e nel diritto processuale civile. – 3. La disciplina rinvenibile nel codice di rito: a) Il dovere di lealtà e probità ex art. 88 c.p.c. ed altre disposizioni ad esso collegate. – 4. b) La regolamentazione in tema di condanna alle spese e responsabilità per lite temeraria, anche alla luce delle nuove annunciate modifiche (d.d.l. S. 2284). – 5. Le norme speciali volte a sanzionare il comportamento scorretto nelle procedure di composizione alternativa delle liti. – 6. Sintetico sguardo d’insieme sulla disciplina della tutela della buona fede processuale. – 7. Riflessioni conclusive intorno alla “superfluità” del concetto di abuso del processo e sui limiti alla discrezionalità del giudice nel garantire lo svolgimento leale del procedimento
2017
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