La sequenza sismica del 2016-2017 dell’Italia centrale ha avuto inizio il 24 agosto 2016, seguita da altri tre eventi principali, l’ultimo dei quali avvenuto il 18 gennaio 2017. Questa sequenza ha provocato danni significativi in una porzione molto vasta dell’Italia centrale, a cavallo tra le quattro regioni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Nella zona colpita, le strutture in muratura costituiscono una porzione significativa del costruito esistente. Questo articolo ha l’obiettivo di descrivere e commentare il comportamento sismico degli edifici residenziali in muratura ordinaria, partendo da un’analisi critica dei danni osservati in seguito agli eventi della sequenza sismica. Nell’area interessata, che è caratterizzata da una storia sismica densa di eventi di elevata intensità, il costruito esistente è caratterizzato prevalentemente da edifici in muratura di pietra con orizzontamenti lignei e/o volte. A causa di eventi sismici relativamente frequenti anche nel recente passato (Valnerina 1979, Umbria-Marche 1997, L’Aquila 2009), in diversi edifici si è potuta riscontrare la presenza di interventi di consolidamento e presidi antisismici, che hanno in alcuni casi limitato il danneggiamento. Tuttavia, le proprietà spesso molto scadenti dei materiali utilizzati (malte) e un livello di manutenzione inadeguato di vecchi edifici, spesso non abitati in modo continuativo, hanno determinato un comportamento sismico largamente insoddisfacente in molti siti. Sotto questo aspetto, si è riscontrata anche una sistematica differenza tra i danni subiti da comuni, anche vicini, ma appartenenti a regioni diverse, con una diversa storia. Come in altri eventi recenti, gli edifici moderni in muratura, sia pure in numero limitato nella zona, hanno mostrato danni molto limitati.

Comportamento degli edifici in muratura nella sequenza sismica dell’Italia centrale del 2016 - Parte 1: Quadro generale

da Porto F.;
2017

Abstract

La sequenza sismica del 2016-2017 dell’Italia centrale ha avuto inizio il 24 agosto 2016, seguita da altri tre eventi principali, l’ultimo dei quali avvenuto il 18 gennaio 2017. Questa sequenza ha provocato danni significativi in una porzione molto vasta dell’Italia centrale, a cavallo tra le quattro regioni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Nella zona colpita, le strutture in muratura costituiscono una porzione significativa del costruito esistente. Questo articolo ha l’obiettivo di descrivere e commentare il comportamento sismico degli edifici residenziali in muratura ordinaria, partendo da un’analisi critica dei danni osservati in seguito agli eventi della sequenza sismica. Nell’area interessata, che è caratterizzata da una storia sismica densa di eventi di elevata intensità, il costruito esistente è caratterizzato prevalentemente da edifici in muratura di pietra con orizzontamenti lignei e/o volte. A causa di eventi sismici relativamente frequenti anche nel recente passato (Valnerina 1979, Umbria-Marche 1997, L’Aquila 2009), in diversi edifici si è potuta riscontrare la presenza di interventi di consolidamento e presidi antisismici, che hanno in alcuni casi limitato il danneggiamento. Tuttavia, le proprietà spesso molto scadenti dei materiali utilizzati (malte) e un livello di manutenzione inadeguato di vecchi edifici, spesso non abitati in modo continuativo, hanno determinato un comportamento sismico largamente insoddisfacente in molti siti. Sotto questo aspetto, si è riscontrata anche una sistematica differenza tra i danni subiti da comuni, anche vicini, ma appartenenti a regioni diverse, con una diversa storia. Come in altri eventi recenti, gli edifici moderni in muratura, sia pure in numero limitato nella zona, hanno mostrato danni molto limitati.
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