Gli eventi della sequenza sismica dell’Italia centrale (il primo avvenuto il 24 agosto 2016 e l’ultimo il 18 gennaio 2017) hanno provocato danni significativi in un’area vasta che interessa le regioni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Nella parte 1 di questo lavoro, si sono discussi e commentati i danni osservati agli edifici ordinari in muratura, che costituiscono la maggior parte del costruito nella zona colpita. In questa parte 2, si presenta una serie di esempi di centri urbani colpiti dai terremoti, mettendo in rilievo le diverse caratteristiche degli edifici e gli effetti di queste sul danno osservato. In particolare, si è rilevata una differenza di comportamento tra gli edifici situati in centri che sono stati interessati nel recente passato di altri terremoti, in cui pertanto si ha una presenza abbastanza sistematica di presidi antisismici (è il caso, ad esempio, di Norcia), rispetto ad altri comuni in cui il costruito presentava caratteristiche di maggiore vulnerabilità, nonostante fossero classificati in zona sismica anche da oltre 100 anni, con le conseguenze tristemente note a tutti.

Comportamento degli edifici in muratura nella sequenza sismica dell’Italia centrale del 2016 - Parte 2: Esempi di centri colpiti

da Porto F.;
2017

Abstract

Gli eventi della sequenza sismica dell’Italia centrale (il primo avvenuto il 24 agosto 2016 e l’ultimo il 18 gennaio 2017) hanno provocato danni significativi in un’area vasta che interessa le regioni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Nella parte 1 di questo lavoro, si sono discussi e commentati i danni osservati agli edifici ordinari in muratura, che costituiscono la maggior parte del costruito nella zona colpita. In questa parte 2, si presenta una serie di esempi di centri urbani colpiti dai terremoti, mettendo in rilievo le diverse caratteristiche degli edifici e gli effetti di queste sul danno osservato. In particolare, si è rilevata una differenza di comportamento tra gli edifici situati in centri che sono stati interessati nel recente passato di altri terremoti, in cui pertanto si ha una presenza abbastanza sistematica di presidi antisismici (è il caso, ad esempio, di Norcia), rispetto ad altri comuni in cui il costruito presentava caratteristiche di maggiore vulnerabilità, nonostante fossero classificati in zona sismica anche da oltre 100 anni, con le conseguenze tristemente note a tutti.
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