L’Unione Europea definisce Early Leaving from Education and Training il fenomeno dell’abbandono dell’istruzione scolastica o della formazione professionale senza il completamento degli studi secondari superiori e senza il rilascio del certificato scolastico corrispondente (ISCED 3). L’acronimo ELET si aggiunge all’altro, forse più celebre, NEET, ovvero young people Neither in Employment nor in Education and Training che indica la fascia di giovani adulti (tra i 18 e i 24 anni) che non sono occupati in attività di studio, formazione o nel lavoro. L’abbandono precoce degli studi e della formazione è un elemento di forte criticità per le conseguenze che genera sulle vite dei singoli che affrontano da una posizione di estrema debolezza e precarietà il mercato del lavoro, la partecipazione alla società civile (OCSE, 2012), l’accesso alle risorse e alle informazioni. Per queste ragioni, la riduzione del tasso degli Early School Leavers (ESL) al di sotto del 10% è uno degli obiettivi della strategia Europa 2020, che invita gli stati membri ad implementare politiche nazionali tese al ridurre gli ESL. Il contrasto all’abbandono scolastico e formativo degli ESL costituisce, dunque, una sfida complessa perché legata a un fenomeno multidimensionale che coinvolge l’Europa e concerne direttamente il nostro paese a causa delle sue ricadute sul piano culturale, sociale, politico ed economico oltre che per l’impatto sui più giovani. Infatti, gli ESL sono spesso ragazzi/e che hanno difficoltà economiche e di apprendimento, vivono situazioni di svantaggio sociale e hanno problemi legati alle famiglie o alla cultura di origine. Essi/e trovano ostacoli nel momento della transizione tra livelli scolastici o formativi diversi e fanno fatica ad inserirsi ed interagire nel setting scolastico “tradizionale”. La fascia di età compresa tra i 15 e i 18 anni, è sicuramente quella più critica e riguarda quegli adolescenti che non hanno assolto l’obbligo scolastico e/o l’obbligo formativo ed abbandonano il sistema di istruzione scolastica o della formazione professionale con un titolo di studio di secondaria inferiore (livello ISCED2). Obiettivo di questo contributo è quello di offrire un quadro il fenomeno degli ESL nel nostro paese, al fine di stimarne entità e problematicità; in seguito, verrà esaminata la specifica situazione della regione Veneto e presentato il progetto “Fuori Scuola” nelle sue finalità e nei suoi aspetti pedagogico-didattici. Nel far ciò, si rifletterà pure sulle modalità pedagogiche e di accompagnamento educativo più adatte per aiutare gli ESL nel pervenire a forme di successo formativo, nel supportare lo sviluppo di concrete prospettive personali e lavorative.

Abbandono degli studi e della formazione: azioni e strategie per ridurre gli Early School Leavers

BIASIN C.
2018

Abstract

L’Unione Europea definisce Early Leaving from Education and Training il fenomeno dell’abbandono dell’istruzione scolastica o della formazione professionale senza il completamento degli studi secondari superiori e senza il rilascio del certificato scolastico corrispondente (ISCED 3). L’acronimo ELET si aggiunge all’altro, forse più celebre, NEET, ovvero young people Neither in Employment nor in Education and Training che indica la fascia di giovani adulti (tra i 18 e i 24 anni) che non sono occupati in attività di studio, formazione o nel lavoro. L’abbandono precoce degli studi e della formazione è un elemento di forte criticità per le conseguenze che genera sulle vite dei singoli che affrontano da una posizione di estrema debolezza e precarietà il mercato del lavoro, la partecipazione alla società civile (OCSE, 2012), l’accesso alle risorse e alle informazioni. Per queste ragioni, la riduzione del tasso degli Early School Leavers (ESL) al di sotto del 10% è uno degli obiettivi della strategia Europa 2020, che invita gli stati membri ad implementare politiche nazionali tese al ridurre gli ESL. Il contrasto all’abbandono scolastico e formativo degli ESL costituisce, dunque, una sfida complessa perché legata a un fenomeno multidimensionale che coinvolge l’Europa e concerne direttamente il nostro paese a causa delle sue ricadute sul piano culturale, sociale, politico ed economico oltre che per l’impatto sui più giovani. Infatti, gli ESL sono spesso ragazzi/e che hanno difficoltà economiche e di apprendimento, vivono situazioni di svantaggio sociale e hanno problemi legati alle famiglie o alla cultura di origine. Essi/e trovano ostacoli nel momento della transizione tra livelli scolastici o formativi diversi e fanno fatica ad inserirsi ed interagire nel setting scolastico “tradizionale”. La fascia di età compresa tra i 15 e i 18 anni, è sicuramente quella più critica e riguarda quegli adolescenti che non hanno assolto l’obbligo scolastico e/o l’obbligo formativo ed abbandonano il sistema di istruzione scolastica o della formazione professionale con un titolo di studio di secondaria inferiore (livello ISCED2). Obiettivo di questo contributo è quello di offrire un quadro il fenomeno degli ESL nel nostro paese, al fine di stimarne entità e problematicità; in seguito, verrà esaminata la specifica situazione della regione Veneto e presentato il progetto “Fuori Scuola” nelle sue finalità e nei suoi aspetti pedagogico-didattici. Nel far ciò, si rifletterà pure sulle modalità pedagogiche e di accompagnamento educativo più adatte per aiutare gli ESL nel pervenire a forme di successo formativo, nel supportare lo sviluppo di concrete prospettive personali e lavorative.
2018
Educazione in età adulta. Ricerche, politiche, luoghi e professioni
9788864537511
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