Questo saggio analizza l’iniziativa per il rafforzamento dello stato di diritto negli stati membri dell’UE (“Rule of Law Framework”) lanciata nel 2014 dalla Commissione europea per prevenire l’attivazione della procedura prevista dall’art. 7 del TUE. Facendo riferimento agli assunti teorici della Multi-level Governance, il saggio si pone tre obiettivi. In primo luogo, intende analizzare il quadro della Commissione in relazione alle altre iniziative parallele sul tema lanciate tra il 2014 e il 2016 dal Consiglio e dal Parlamento europeo al fine di verificare se le tre Istituzioni europee si muovono in maniera sinergica oppure se ci troviamo di fronte a una nuova dialettica tra un approccio sopranazionale e uno più marcatamente intergovernativo. In secondo luogo, il saggio analizza i fattori esterni e interni che hanno portato la Commissione europea ad attivare un meccanismo volto a potenziare il suo ruolo quale istituzione ‘guardiana’ dei Trattati. Infine, il saggio si pone l’obiettivo specifico di investigare se e come le Istituzioni europee hanno previsto un ruolo per gli enti locali nell’attuazione di queste iniziative anche alla luce delle raccomandazioni del Comitato delle Regioni sulla questione. Coerentemente con la prospettiva di Multi-level Governance e data l’importanza fondamentale di uno stato di diritto in salute per il godimento dei diritti umani e del livello significativo di legittimazione e riconoscimento attribuito nel tempo agli enti locali da istituzioni e diritto UE in re diritti umani, l’ipotesi principale che guida questo saggio è che le Istituzioni europee dovrebbero affidare agli enti locali un ruolo primario e trasversale nelle più recenti iniziative per lo stato di diritto.

L’iniziativa della Commissione europea per il rafforzamento dello stato di diritto negli Stati membri: quali prospettive di governance multi-livello?

Mascia M.;de Perini
2018

Abstract

Questo saggio analizza l’iniziativa per il rafforzamento dello stato di diritto negli stati membri dell’UE (“Rule of Law Framework”) lanciata nel 2014 dalla Commissione europea per prevenire l’attivazione della procedura prevista dall’art. 7 del TUE. Facendo riferimento agli assunti teorici della Multi-level Governance, il saggio si pone tre obiettivi. In primo luogo, intende analizzare il quadro della Commissione in relazione alle altre iniziative parallele sul tema lanciate tra il 2014 e il 2016 dal Consiglio e dal Parlamento europeo al fine di verificare se le tre Istituzioni europee si muovono in maniera sinergica oppure se ci troviamo di fronte a una nuova dialettica tra un approccio sopranazionale e uno più marcatamente intergovernativo. In secondo luogo, il saggio analizza i fattori esterni e interni che hanno portato la Commissione europea ad attivare un meccanismo volto a potenziare il suo ruolo quale istituzione ‘guardiana’ dei Trattati. Infine, il saggio si pone l’obiettivo specifico di investigare se e come le Istituzioni europee hanno previsto un ruolo per gli enti locali nell’attuazione di queste iniziative anche alla luce delle raccomandazioni del Comitato delle Regioni sulla questione. Coerentemente con la prospettiva di Multi-level Governance e data l’importanza fondamentale di uno stato di diritto in salute per il godimento dei diritti umani e del livello significativo di legittimazione e riconoscimento attribuito nel tempo agli enti locali da istituzioni e diritto UE in re diritti umani, l’ipotesi principale che guida questo saggio è che le Istituzioni europee dovrebbero affidare agli enti locali un ruolo primario e trasversale nelle più recenti iniziative per lo stato di diritto.
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