Secondo la decisione annotata, i componenti di reddito ad efficacia pluriennale non possono essere più contestati dall’amministrazione finanziaria quando sia diventata definitiva la dichiarazione dei redditi in cui sono stati inseriti per la prima volta, ma questa interpretazione non trova sostegno nelle regole sui termini di decadenza, nella giurisprudenza di legittimità e costituzionale citata in essa e nell’idea che il diritto ad una deduzione conseguito in un certo anno sia esercitato in modo “frazionato” in quelli successivi. Un argomento a favore, che però la sentenza non prende in considerazione, è il limite decennale del dovere di conservare atti e documenti posto dall’art. 8, co. 5, dello Statuto del contribuente, perché scaduto questo termine il contribuente potrebbe privarsi in buona fede di prove necessarie per difendersi contro una rettifica ancora possibile. Occorre allora che se il potere di accertamento su componenti di reddito ad efficacia pluriennale sia esercitato dopo quei dieci anni, la documentazione per la quale tale obbligo di conservazione sia cessato non sia considerata l’unica prova ammissibile per adempiere l’onere probatorio del contribuente.

Termini di decadenza per l’accertamento relativo a costi pluriennali: una sentenza opinabilmente garantista.

Roberto Schiavolin
2018

Abstract

Secondo la decisione annotata, i componenti di reddito ad efficacia pluriennale non possono essere più contestati dall’amministrazione finanziaria quando sia diventata definitiva la dichiarazione dei redditi in cui sono stati inseriti per la prima volta, ma questa interpretazione non trova sostegno nelle regole sui termini di decadenza, nella giurisprudenza di legittimità e costituzionale citata in essa e nell’idea che il diritto ad una deduzione conseguito in un certo anno sia esercitato in modo “frazionato” in quelli successivi. Un argomento a favore, che però la sentenza non prende in considerazione, è il limite decennale del dovere di conservare atti e documenti posto dall’art. 8, co. 5, dello Statuto del contribuente, perché scaduto questo termine il contribuente potrebbe privarsi in buona fede di prove necessarie per difendersi contro una rettifica ancora possibile. Occorre allora che se il potere di accertamento su componenti di reddito ad efficacia pluriennale sia esercitato dopo quei dieci anni, la documentazione per la quale tale obbligo di conservazione sia cessato non sia considerata l’unica prova ammissibile per adempiere l’onere probatorio del contribuente.
2018
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