Il contributo procede all'analisi dei profili più significativi del fenomeno Xylella fastidiosa con particolare riguardo (anche se non solo) alla Regione Puglia. Dopo una parte introduttiva sulla vicenda scientifica e su quella politico-amministrativa, viene esaminata la vicenda giuridica, che è caratterizzata da una costante tensione dialettica tra provvedimenti della Commissione europea per bloccare la diffusione del batterio attraverso misure restrittive che contemplano l’abbattimento delle piante e i conseguenti provvedimenti adottati a livello statale e regionale. All’interno dell’analisi un ruolo fondamentale e centrale è giocato dal principio di precauzione, che diventa anche il filo conduttore. A questo proposito il contributo ricostruisce i punti più importanti della sentenza del 2016 della Corte di giustizia sul caso Xylella, ancora oggi interessante per la particolare applicazione del principio e coerente sia rispetto alla Comunicazione della Commissione sul principio di precauzione sia rispetto all’orientamento prevalente nella giurisprudenza europea per quanto attiene al ruolo del principio nella gestione dell’incertezza. L’applicazione del principio da parte della Corte è stata pienamente condivisa dal giudice amministrativo nazionale, che però a volte antepone la necessità di valutare il carattere monumentale della pianta di ulivo prima di procedere all’abbattimento. Il contributo cerca di ricostruire un quadro (per quanto possibile) aggiornato e completo di un fenomeno in continua espansione, al momento inarrestabile per diverse ragioni. I ritardi nell’adottare le misure richieste dalla Commissione europea - dovuti anche ai numerosi ricorsi giurisdizionali, nonché ai molteplici vincoli giuridici nazionali e regionali che rallentano le misure di eradicazione e di contenimento e che sono evidenziati anche nelle relazioni sugli audit svolti in Italia - hanno portato di recente la Commissione europea a deferire l’Italia davanti alla Corte di giustizia UE.

Xylella fastidiosa e principio di precauzione: lo stato (complesso) dell'arte

M. L. SCHIAVANO
2018

Abstract

Il contributo procede all'analisi dei profili più significativi del fenomeno Xylella fastidiosa con particolare riguardo (anche se non solo) alla Regione Puglia. Dopo una parte introduttiva sulla vicenda scientifica e su quella politico-amministrativa, viene esaminata la vicenda giuridica, che è caratterizzata da una costante tensione dialettica tra provvedimenti della Commissione europea per bloccare la diffusione del batterio attraverso misure restrittive che contemplano l’abbattimento delle piante e i conseguenti provvedimenti adottati a livello statale e regionale. All’interno dell’analisi un ruolo fondamentale e centrale è giocato dal principio di precauzione, che diventa anche il filo conduttore. A questo proposito il contributo ricostruisce i punti più importanti della sentenza del 2016 della Corte di giustizia sul caso Xylella, ancora oggi interessante per la particolare applicazione del principio e coerente sia rispetto alla Comunicazione della Commissione sul principio di precauzione sia rispetto all’orientamento prevalente nella giurisprudenza europea per quanto attiene al ruolo del principio nella gestione dell’incertezza. L’applicazione del principio da parte della Corte è stata pienamente condivisa dal giudice amministrativo nazionale, che però a volte antepone la necessità di valutare il carattere monumentale della pianta di ulivo prima di procedere all’abbattimento. Il contributo cerca di ricostruire un quadro (per quanto possibile) aggiornato e completo di un fenomeno in continua espansione, al momento inarrestabile per diverse ragioni. I ritardi nell’adottare le misure richieste dalla Commissione europea - dovuti anche ai numerosi ricorsi giurisdizionali, nonché ai molteplici vincoli giuridici nazionali e regionali che rallentano le misure di eradicazione e di contenimento e che sono evidenziati anche nelle relazioni sugli audit svolti in Italia - hanno portato di recente la Commissione europea a deferire l’Italia davanti alla Corte di giustizia UE.
2018
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