Il contributo si focalizza su un momento ben preciso della parabola artistica del pittore tardogotico Zanino di Pietro, gli anni a cavallo tra il primo e il secondo decennio del Quattrocento, attraverso tre opere cardine del suo corpus. Si tratta del trittico raffigurante la Crocifissione e santi del Museo Civico di Rieti, per il quale viene avanzata una lettura inerente al contesto osservante di provenienza, di una Crocifissione di collezione privata, pressoché inedita, e della croce dipinta della chiesa di San Polo a Venezia, “ritrovata” dopo il restauro condotto alla fine degli anni novanta. I tre dipinti, accomunati da una vivace vena compositiva e dall’alta qualità esecutiva, recano testimonianza di quanto Zanino ebbe modo di apprendere a Bologna nel corso del soggiorno intercorso tra il 1389 e il 1406 e, al contempo, della fascinazione subita dal pittore a contatto con l’arte di Gentile da Fabriano, una volta rientrato a Venezia: un perfetto connubio di intenti a determinare la cifra peculiare della sua pittura intorno al 1410. This article focuses on three crucial paintings which date back to a precise moment of the activity of the Late-Gothic painter Zanino di Pietro, between the first and the second decade of the fifteenth century: the triptych with the Crucifixion and Saints of the Museo Civico in Rieti, whose original context is here discussed and analyzed; a Crucifixion in a private collection, almost unknown; and the painted cross in the church of San Polo in Venice, which was “rediscovered” after the restoration carried out in the late 1990s. The high-quality and lively compositional effects of these three paintings are here interpreted as a result of Zanino’s sojourn in Bologna between 1389 and 1406. At the same time, they also show the impact of the art of Gentile da Fabriano, which Zanino could study once he got back to Venice. Thus, they manifest the hybridization of style that characterizes the art of the painter around 1410.

Zanino di Pietro. Riflessioni a margine del trittico di Rieti, un'opera poco nota e una ritrovata

BARADEL, VALENTINA
2019

Abstract

Il contributo si focalizza su un momento ben preciso della parabola artistica del pittore tardogotico Zanino di Pietro, gli anni a cavallo tra il primo e il secondo decennio del Quattrocento, attraverso tre opere cardine del suo corpus. Si tratta del trittico raffigurante la Crocifissione e santi del Museo Civico di Rieti, per il quale viene avanzata una lettura inerente al contesto osservante di provenienza, di una Crocifissione di collezione privata, pressoché inedita, e della croce dipinta della chiesa di San Polo a Venezia, “ritrovata” dopo il restauro condotto alla fine degli anni novanta. I tre dipinti, accomunati da una vivace vena compositiva e dall’alta qualità esecutiva, recano testimonianza di quanto Zanino ebbe modo di apprendere a Bologna nel corso del soggiorno intercorso tra il 1389 e il 1406 e, al contempo, della fascinazione subita dal pittore a contatto con l’arte di Gentile da Fabriano, una volta rientrato a Venezia: un perfetto connubio di intenti a determinare la cifra peculiare della sua pittura intorno al 1410. This article focuses on three crucial paintings which date back to a precise moment of the activity of the Late-Gothic painter Zanino di Pietro, between the first and the second decade of the fifteenth century: the triptych with the Crucifixion and Saints of the Museo Civico in Rieti, whose original context is here discussed and analyzed; a Crucifixion in a private collection, almost unknown; and the painted cross in the church of San Polo in Venice, which was “rediscovered” after the restoration carried out in the late 1990s. The high-quality and lively compositional effects of these three paintings are here interpreted as a result of Zanino’s sojourn in Bologna between 1389 and 1406. At the same time, they also show the impact of the art of Gentile da Fabriano, which Zanino could study once he got back to Venice. Thus, they manifest the hybridization of style that characterizes the art of the painter around 1410.
2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3304051
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