La rilettura della filosofia di Platone sviluppata in età imperiale propone il superamento della tragicità della condizione umana, transeunte perché vincolata alla materialità del corpo, attraverso la sua assimilazione alla condizione incorporea divina. Il pensiero cristiano accoglie tale prospettiva, tradendo così l'annuncio neotestamentario di un Dio che si fa carne per salvare tutto l'uomo. La proposta interpretativa espressa nel contributo è che nell’incontro tra platonismo e cristianesimo viene elaborato un paradigma antropologico di tipo anoressico, coniugato in primis al femminile, in cui il corpo diventa evanescente. Il pensiero tardo-antico progressivamente propone modelli di donna virtuosa che trovano la loro sublimazione all’interno della riflessione cristiana: dal paradigma della “donna virile”, a quello della moglie-madre casta, per finire con quello della vergine consacrata (la “donna angelo” senza corpo). Il corpo della donna, che non può essere esorcizzato pena l’estinzione dell’umanità, ha costretto l’Occidente a fare sempre e comunque i conti con la carnalità, al di là di tutti i tentativi di spiritualizzarla.
La carne e il suo altro: il tornante patristico
Crepaldi Maria Grazia
2019
Abstract
La rilettura della filosofia di Platone sviluppata in età imperiale propone il superamento della tragicità della condizione umana, transeunte perché vincolata alla materialità del corpo, attraverso la sua assimilazione alla condizione incorporea divina. Il pensiero cristiano accoglie tale prospettiva, tradendo così l'annuncio neotestamentario di un Dio che si fa carne per salvare tutto l'uomo. La proposta interpretativa espressa nel contributo è che nell’incontro tra platonismo e cristianesimo viene elaborato un paradigma antropologico di tipo anoressico, coniugato in primis al femminile, in cui il corpo diventa evanescente. Il pensiero tardo-antico progressivamente propone modelli di donna virtuosa che trovano la loro sublimazione all’interno della riflessione cristiana: dal paradigma della “donna virile”, a quello della moglie-madre casta, per finire con quello della vergine consacrata (la “donna angelo” senza corpo). Il corpo della donna, che non può essere esorcizzato pena l’estinzione dell’umanità, ha costretto l’Occidente a fare sempre e comunque i conti con la carnalità, al di là di tutti i tentativi di spiritualizzarla.Pubblicazioni consigliate
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