È ampiamente riconosciuto dalla letteratura artistica che la nostra conoscenza della Land Art dipende in massima parte da ciò che di essa viene raccontato attraverso fotografie, film e video. Se i media hanno infatti il merito di aver contribuito a diffondere presso il pubblico la conoscenza di quest’arte effimera e site-specific (ricordiamo il pionieristico esperimento di diffusione televisiva della Land Art da parte di Gerry Schum nel 1969), tuttavia essi hanno anche contribuito a plasmare un certo tipo di “immagine pubblica” di questa tendenza, puntando la propria attenzione soprattutto sulle opere in grado di sedurre maggiormente lo sguardo del pubblico e sulle azioni “epiche” degli artisti più rivoluzionari. In linea con questo assunto, il saggio si propone di analizzare una delle più recenti narrazioni filmiche relative alla Land Art, il documentario Troublemakers: The Story of Land Art (2015) di James Crump. Tale film continua da un lato a portare avanti un discorso di mediazione e di “virtualizzazione” dell’esperienza di fruizione dell’opera d’arte, mentre dall’altro imbastisce una narrazione giocata su un registro di drammatizzazione e di spettacolarizzazione teso ad avvalorare una certa interpretazione critica della Land Art nella quale rientrano solo alcuni artisti, dando luogo a una ricostruzione del tutto parziale – e discutibile – di questa tendenza artistica.

Troublemakers. The Story of Land Art (2015): una storia opinabile della Land Art

Federica Stevanin
2018

Abstract

È ampiamente riconosciuto dalla letteratura artistica che la nostra conoscenza della Land Art dipende in massima parte da ciò che di essa viene raccontato attraverso fotografie, film e video. Se i media hanno infatti il merito di aver contribuito a diffondere presso il pubblico la conoscenza di quest’arte effimera e site-specific (ricordiamo il pionieristico esperimento di diffusione televisiva della Land Art da parte di Gerry Schum nel 1969), tuttavia essi hanno anche contribuito a plasmare un certo tipo di “immagine pubblica” di questa tendenza, puntando la propria attenzione soprattutto sulle opere in grado di sedurre maggiormente lo sguardo del pubblico e sulle azioni “epiche” degli artisti più rivoluzionari. In linea con questo assunto, il saggio si propone di analizzare una delle più recenti narrazioni filmiche relative alla Land Art, il documentario Troublemakers: The Story of Land Art (2015) di James Crump. Tale film continua da un lato a portare avanti un discorso di mediazione e di “virtualizzazione” dell’esperienza di fruizione dell’opera d’arte, mentre dall’altro imbastisce una narrazione giocata su un registro di drammatizzazione e di spettacolarizzazione teso ad avvalorare una certa interpretazione critica della Land Art nella quale rientrano solo alcuni artisti, dando luogo a una ricostruzione del tutto parziale – e discutibile – di questa tendenza artistica.
2018
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