La riflessione metodologica sull’uso delle tecnologie digitali nel diritto ha natura filo- sofica ed appare tuttora il compito epistemologico degli studi di informatica giuridica (legal informatics) che, in una prospettiva processuale del diritto, è allo stesso tempo logica giudiziale e prassi forense. La somiglianza procedurale delle nozioni d’uso comune di algoritmo e di diritto si svela nell’idea che entrambi i concetti si riferiscano ad una sequenza logica unitaria, essenzialmente di matrice analitica. Ne deriva il pregiudizio che la logica giudiziale sia riconducibile al sillogismo analitico, che dovrebbe rappresentare lo schema ideale per ordinare il discorso forense. Nel ragionamento giuridico, invece, le premesse sono sempre discutibili e il luogo privilegiato di interpretazione delle norme e dei fatti controversi è il processo, che non ha natura monologica e si sviluppa attraverso le reciproche contestazioni nel contraddittorio tra le parti. Invero, in una prospettiva giudiziale che riconsidera il processo come modello di ra- gionamento, l’informatica giuridica diventa una tecnologia chiamata ad argomentare, cioè a spiegare le ragioni e le procedure utilizzate per raggiungere determinati risultati. Methodological considerations concerning the use of digital technologies in law have a truly philosophical nature. They still constitute the epistemological task of legal in- formatics, which is, from a procedural law perspective, at the same time judicial logic and practice. The procedural likeness of the notions of algorithm and law corresponds to the idea that both refer to a unitary logical sequence, which is essentially analytical. The resul- ting prejudice is that judicial logic may be brought under analytical syllogism, which should represent the ideal pattern for an orderly judicial discourse. Instead, in legal reasoning, premises are always questionable, and the trial constitu- tes the privileged place to interpret both norms and disputed facts. In fact, trial is everything but monological and is based on mutual objections made by the concerned parties, according to the adversarial principle. Indeed, from a judicial perspective which reconsiders trial as a reasoning model, legal informatics becomes a technology which is called upon to discuss, that is to explain reasons and procedures used to achieve certain results.

Algoritmi e pensiero giuridico. Antinomie e interazioni

Paolo Moro
2019

Abstract

La riflessione metodologica sull’uso delle tecnologie digitali nel diritto ha natura filo- sofica ed appare tuttora il compito epistemologico degli studi di informatica giuridica (legal informatics) che, in una prospettiva processuale del diritto, è allo stesso tempo logica giudiziale e prassi forense. La somiglianza procedurale delle nozioni d’uso comune di algoritmo e di diritto si svela nell’idea che entrambi i concetti si riferiscano ad una sequenza logica unitaria, essenzialmente di matrice analitica. Ne deriva il pregiudizio che la logica giudiziale sia riconducibile al sillogismo analitico, che dovrebbe rappresentare lo schema ideale per ordinare il discorso forense. Nel ragionamento giuridico, invece, le premesse sono sempre discutibili e il luogo privilegiato di interpretazione delle norme e dei fatti controversi è il processo, che non ha natura monologica e si sviluppa attraverso le reciproche contestazioni nel contraddittorio tra le parti. Invero, in una prospettiva giudiziale che riconsidera il processo come modello di ra- gionamento, l’informatica giuridica diventa una tecnologia chiamata ad argomentare, cioè a spiegare le ragioni e le procedure utilizzate per raggiungere determinati risultati. Methodological considerations concerning the use of digital technologies in law have a truly philosophical nature. They still constitute the epistemological task of legal in- formatics, which is, from a procedural law perspective, at the same time judicial logic and practice. The procedural likeness of the notions of algorithm and law corresponds to the idea that both refer to a unitary logical sequence, which is essentially analytical. The resul- ting prejudice is that judicial logic may be brought under analytical syllogism, which should represent the ideal pattern for an orderly judicial discourse. Instead, in legal reasoning, premises are always questionable, and the trial constitu- tes the privileged place to interpret both norms and disputed facts. In fact, trial is everything but monological and is based on mutual objections made by the concerned parties, according to the adversarial principle. Indeed, from a judicial perspective which reconsiders trial as a reasoning model, legal informatics becomes a technology which is called upon to discuss, that is to explain reasons and procedures used to achieve certain results.
2019
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