Il saggio ridiscute il volume "La letteratura circostante" di Gianluigi Simonetti problematizzandone le idee e i presupposti teorici. Si tenta di raccogliere l’invito di Simonetti di mappare il campo della letteratura italiana del nuovo millennio ma muovendo in una diversa direzione: in primo luogo, a dispetto della velocità e del consumo, dell’ipertrofia e della fungibilità del mercato librario (presupposti da Simonetti ) si invita a ripristinare la facoltà di discernimento critico fra le poetiche, fra i livelli del discorso letterario e fra gli stili e i generi. In particolare, per quanto riguarda il dialogo con la tradizione del Novecento, si fa notare come le scritture contemporanee non siano modellate esclusivamente su televisione e social. Si cerca di argomentare viceversa come alcuni tra i migliori scrittori del nostro tempo intravedano esplicitamente i propri modelli tra quelli «di una volta»: a esempio, Falco in Pagliarani, Lagioia in Lowry, Siti in Elsa Morante, Sarchi in Volponi, Trevisan in Beckett. Analogamente il concetto di ibridazione, fortunatissimo ma poco produttivo sul piano della conoscenza, e largamente impiegato da Simonetti, va integrato o sostituito con quello di “tasso di finzione” che, come hanno tentato di argomentare, pur con diversi presupposti, Carlo Tirinanzi De Medici e Lorenzo Marchese, è variabile nell’autofinzione, nelle non finzioni e nelle scritture più propriamente d’invenzione, istituendo anche nei testi più recenti diversi patti con il lettore e con il suo grado di sospensione dell’incredulità.

“Niente più che un passatempo”: idee e forme della Letteratura circostante

Emanuele Zinato
2019

Abstract

Il saggio ridiscute il volume "La letteratura circostante" di Gianluigi Simonetti problematizzandone le idee e i presupposti teorici. Si tenta di raccogliere l’invito di Simonetti di mappare il campo della letteratura italiana del nuovo millennio ma muovendo in una diversa direzione: in primo luogo, a dispetto della velocità e del consumo, dell’ipertrofia e della fungibilità del mercato librario (presupposti da Simonetti ) si invita a ripristinare la facoltà di discernimento critico fra le poetiche, fra i livelli del discorso letterario e fra gli stili e i generi. In particolare, per quanto riguarda il dialogo con la tradizione del Novecento, si fa notare come le scritture contemporanee non siano modellate esclusivamente su televisione e social. Si cerca di argomentare viceversa come alcuni tra i migliori scrittori del nostro tempo intravedano esplicitamente i propri modelli tra quelli «di una volta»: a esempio, Falco in Pagliarani, Lagioia in Lowry, Siti in Elsa Morante, Sarchi in Volponi, Trevisan in Beckett. Analogamente il concetto di ibridazione, fortunatissimo ma poco produttivo sul piano della conoscenza, e largamente impiegato da Simonetti, va integrato o sostituito con quello di “tasso di finzione” che, come hanno tentato di argomentare, pur con diversi presupposti, Carlo Tirinanzi De Medici e Lorenzo Marchese, è variabile nell’autofinzione, nelle non finzioni e nelle scritture più propriamente d’invenzione, istituendo anche nei testi più recenti diversi patti con il lettore e con il suo grado di sospensione dell’incredulità.
2019
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