Da alcuni anni un notevole progresso tecnologico interessa le operazioni di ricerca e di coltivazione di idrocarburi in mare. Le nuove tecniche hanno sicuramente effetti importanti sull’ambiente e sull’ecosistema, e si contraddistinguono per alcuni profili di rischio e di incertezza scientifica. Il livello di attenzione nei loro confronti si è progressivamente alzato proprio per i molteplici problemi che pongono. Il presente lavoro si concentra sulla prima fase della ricerca di idrocarburi ed in particolare su una particolare tecnica nota come airgun, con riferimento alla quale entra in scena il principio di precauzione, che viene preso in considerazione in misura prevalente con riferimento ad alcune pronunce della giurisprudenza amministrativa che presentano sviluppi interessanti sugli atti di assenso procedimentalizzato, giungendo ad affermare che il decreto di compatibilità ambientale, con prescrizioni, di progetti di indagini sismiche in mare mediante la tecnica dell’airgun è espressione di un potere “originario” di tipo fluido. Le sentenze trovano la loro collocazione naturale in un più ampio orientamento giurisprudenziale che individua nel giudizio di compatibilità ambientale l’esercizio di un’amplissima discrezionalità, non solo tecnica ma anche amministrativa, con i conseguenti limiti al sindacato giurisdizionale. Sia pure entro tali limiti, vengono respinte le critiche relative all’esercizio del potere discrezionale che investono il principio di precauzione, in quanto i decreti di compatibilità ambientale contengono misure prudenti, ispirate al principio della massima precauzione, e sono modulate secondo il canone della proporzionalità. In modo costante viene peraltro posto in rilievo che le attività di indagini sismiche non comportano la perforazione del fondale marino né la realizzazione di opere permanenti. Nello sviluppo successivo del lavoro ci si sofferma brevemente sulla decisione ambientale condizionale, pienamente coerente con l’amministrazione del rischio e con l’incertezza scientifica che la connota, così come viene sottolineato il ruolo strategico svolto dal monitoraggio. Vengono inoltre richiamati i tratti più importanti del principio di precauzione anche per verificare come esso è stato applicato nel settore oggetto di indagine e per mettere a fuoco le caratteristiche di fondo del potere esercitato dalla p.A. in questo particolare settore.

Compatibilità ambientale della prospezione dei fondali marini tramite "airgun" e principio di precauzione: il potere "fluido" dell'amministrazione e la giurisprudenza amministrativa

M. L. SCHIAVANO
2019

Abstract

Da alcuni anni un notevole progresso tecnologico interessa le operazioni di ricerca e di coltivazione di idrocarburi in mare. Le nuove tecniche hanno sicuramente effetti importanti sull’ambiente e sull’ecosistema, e si contraddistinguono per alcuni profili di rischio e di incertezza scientifica. Il livello di attenzione nei loro confronti si è progressivamente alzato proprio per i molteplici problemi che pongono. Il presente lavoro si concentra sulla prima fase della ricerca di idrocarburi ed in particolare su una particolare tecnica nota come airgun, con riferimento alla quale entra in scena il principio di precauzione, che viene preso in considerazione in misura prevalente con riferimento ad alcune pronunce della giurisprudenza amministrativa che presentano sviluppi interessanti sugli atti di assenso procedimentalizzato, giungendo ad affermare che il decreto di compatibilità ambientale, con prescrizioni, di progetti di indagini sismiche in mare mediante la tecnica dell’airgun è espressione di un potere “originario” di tipo fluido. Le sentenze trovano la loro collocazione naturale in un più ampio orientamento giurisprudenziale che individua nel giudizio di compatibilità ambientale l’esercizio di un’amplissima discrezionalità, non solo tecnica ma anche amministrativa, con i conseguenti limiti al sindacato giurisdizionale. Sia pure entro tali limiti, vengono respinte le critiche relative all’esercizio del potere discrezionale che investono il principio di precauzione, in quanto i decreti di compatibilità ambientale contengono misure prudenti, ispirate al principio della massima precauzione, e sono modulate secondo il canone della proporzionalità. In modo costante viene peraltro posto in rilievo che le attività di indagini sismiche non comportano la perforazione del fondale marino né la realizzazione di opere permanenti. Nello sviluppo successivo del lavoro ci si sofferma brevemente sulla decisione ambientale condizionale, pienamente coerente con l’amministrazione del rischio e con l’incertezza scientifica che la connota, così come viene sottolineato il ruolo strategico svolto dal monitoraggio. Vengono inoltre richiamati i tratti più importanti del principio di precauzione anche per verificare come esso è stato applicato nel settore oggetto di indagine e per mettere a fuoco le caratteristiche di fondo del potere esercitato dalla p.A. in questo particolare settore.
2019
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