A partire dagli anni Ottanta, la critica della ragione cartografica ha acceso intensi dibattiti all’interno della geografia. Per molti geografi, le mappe costituiscono delle rappresentazioni riduttive e inerti dello spazio; per altri si tratta di pericolosi strumenti in grado di manipolare la percezione del territorio. Mentre le suddette interpretazioni richiedono un’attenta decostruzione del potere negativo e coercitivo che sottende la carta e i suoi apparati sociopolitici, una nuova ondata di studi promuove un’esplorazione creativa delle potenzialità del mapping. Per dare un senso a questa ampia, e spesso contraddittoria, serie di dibattiti, l’articolo esamina la posizione della mappa nella geografia culturale attraverso una pe- culiare chiave analitica: il mapclash. Il mapclash, letteralmente lo scontro sullo statuto della mappa, dischiude una teoria conflittuale che designa l’atto di rottura tra geografia e cartografia; enfatizza il gesto iconoclastico della distruzione della carta operato dai geografi nel corso del postmoderno; infine, coglie il cortocircuito generato dall’incontro fra l’approccio ermeneutico-decostruttivo e la contemporanea teoria cartografica, post-/non-rappresentazionale. Confrontando i diversi posizionamenti che emergono dallo scontro tra potestas e potentia, Mappa e mappe, rappresentazione ed evento, l’articolo propone di ragionare tanto sulle fratture quanto sulle possibili ricomposizioni di nuovi spazi cartografici per la geografia culturale.
Mapclash: sulle fratture e ricomposizioni degli «spazi cartografici» della geografa culturale
Lo Presti Laura
2019
Abstract
A partire dagli anni Ottanta, la critica della ragione cartografica ha acceso intensi dibattiti all’interno della geografia. Per molti geografi, le mappe costituiscono delle rappresentazioni riduttive e inerti dello spazio; per altri si tratta di pericolosi strumenti in grado di manipolare la percezione del territorio. Mentre le suddette interpretazioni richiedono un’attenta decostruzione del potere negativo e coercitivo che sottende la carta e i suoi apparati sociopolitici, una nuova ondata di studi promuove un’esplorazione creativa delle potenzialità del mapping. Per dare un senso a questa ampia, e spesso contraddittoria, serie di dibattiti, l’articolo esamina la posizione della mappa nella geografia culturale attraverso una pe- culiare chiave analitica: il mapclash. Il mapclash, letteralmente lo scontro sullo statuto della mappa, dischiude una teoria conflittuale che designa l’atto di rottura tra geografia e cartografia; enfatizza il gesto iconoclastico della distruzione della carta operato dai geografi nel corso del postmoderno; infine, coglie il cortocircuito generato dall’incontro fra l’approccio ermeneutico-decostruttivo e la contemporanea teoria cartografica, post-/non-rappresentazionale. Confrontando i diversi posizionamenti che emergono dallo scontro tra potestas e potentia, Mappa e mappe, rappresentazione ed evento, l’articolo propone di ragionare tanto sulle fratture quanto sulle possibili ricomposizioni di nuovi spazi cartografici per la geografia culturale.File | Dimensione | Formato | |
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